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Act Tank Sicilia, Musumeci: “Si crei futuro per una Regione più aperta, attrattiva e connessa”

venerdì 25 Marzo 2022

Infrastrutture competitive e alta formazione, per superare il gap strutturale della Sicilia, con lo sguardo rivolto al Mediterraneo. È in corso a Palazzo Belmonte Riso, a Palermo, il Forum internazionale di presentazione dei lavori della prima edizione dell’Act Tank Sicilia, la piattaforma permanente che The European House – Ambrosetti ha avviato in collaborazione con la Regione Siciliana.

Al centro dell’evento, al quale hanno partecipato rappresentanti del mondo politico, istituzionale, della business community, dell’associazionismo, della ricerca e della innovazione dalla Sicilia, dal Mezzogiorno e dal resto d’Italia, la presentazione del Rapporto finale “Act Tank Sicilia. Strategie e politiche per una Sicilia – al centro del Mediterraneo – aperta, attrattiva e connessa”, i cui contenuti sono stati elaborati alla luce delle indicazioni raccolte da un ciclo di quattro tavoli di lavoro tematici – tenutisi a Palermo, Gela, Messina e Catania tra settembre 2021 e marzo 2022 – che hanno coinvolto complessivamente oltre 200 stakeholder del territorio. Obiettivo: concretizzare un piano di sviluppo per l’eccellenza della Sicilia e individuare progettualità ad alto impatto per lo sviluppo del territorio.

Il Forum ha rappresentato l’occasione per chiamare a raccolta gli esponenti del sistema pubblico e privato dell’Isola sulle questioni più importanti da affrontare per costruire insieme un futuro comune per la Sicilia. Al centro anche l’agenda di programmazione 2021-2027 che potrà beneficiare delle proposte emergenti nella giornata di oggi e dal roadshow territoriale dell’Act Tank. La Pubblica Amministrazione, infatti, ha sempre più bisogno di un supporto di idee e contributi da parte delle imprese e delle parti sociali.

La Sicilia è il secondo “motore” economico del Mezzogiorno, dietro alla Campania, con un contributo al Pil della macro-area pari al 22,5%. Malgrado le difficoltà economiche e strutturali, ci sono diversi punti di forza su cui puntare: la Sicilia si conferma una delle regioni più “giovani” del Paese (età media di 44,7 anni rispetto ai 45,9 anni medi nazionali; il 13,7% della popolazione ha meno di 14 anni) e si assiste ad un forte dinamismo dell’imprenditorialità under 30 (6,5% dei titolari di imprese rispetto al 5,6% medio nazionale) e una crescita del sistema delle startup (+138% tra 2015 e 2021, con caratteristiche di crescente inclusione e apertura all’innovazione).

Il futuro della Sicilia è da costruire a partire dai punti di forza del territorio, dal turismo alle energie rinnovabili, all’agrifood, puntando a potenziare infrastrutture e servizi.  La regione ha un ricchissimo patrimonio storico-culturale e paesaggistico-naturalistico: 7 dei 58 siti tutelati dall’Unesco in Italia si trovano in Sicilia (12,1% del totale), quarta regione italiana (dietro a Lombardia, Veneto e Toscana) e prima nel Mezzogiorno. Dal punto di vista delle energie rinnovabili, la Sicilia è al secondo posto in Italia per potenza eolica installata, raggiungendo il 16,6% della produzione nazionale, seconda regione dopo la Puglia (25,9%). La Sicilia è quinta in Italia per valore aggiunto generato dall’agroalimentare con numerose produzioni di eccellenza nel settore agroalimentare. Solo a titolo di esempio è la seconda regione per prodotti Dop/Igp nel comparto del cibo.

Tuttavia, questa posizione di rilievo è potenzialmente messa a repentaglio da un trend di sviluppo che è stato più lento rispetto alle altre Regioni meridionali: la Sicilia è ultima nel Mezzogiorno per tasso di crescita (+3,7% a prezzi correnti, -0,3% a prezzi costanti) nel quinquennio 2015-2019, un valore pari alla metà di quello registrato dalla Puglia. Nel 2020 la Sicilia è stata tra le regioni che hanno registrato la minore contrazione della ricchezza generata a livello territoriale (-6,2 punti percentuali di Valore Aggiunto tra il 2019 e il 2020, terzultima in Italia), ma resta al penultimo posto per Pil pro capite, con un valore (17mila euro) inferiore alla metà del primo in classifica. Nel mercato del lavoro, nel decennio 2010-2019 vi è stata una riduzione degli occupati pari a -1,6 punti percentuali, unica regione in Italia con un valore negativo, insieme alla Calabria.

«Dobbiamo essere franchi – dichiara il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci – il Covid ha sì generato un serio rallentamento in Sicilia, ma non ha assestato il colpo alla nuca, come invece sarebbe potuto accadere. Il tema dell’arretratezza nell’Isola non è congiunturale ma strutturale. Negli ultimi sessant’anni è mancata una seria politica per il Mezzogiorno dove si è voluto inseguire un processo di industrializzazione senza tenere minimamente conto delle peculiarità del Sud. Manca a Roma e a Bruxelles una politica per il Mediterraneo, che oggi è un mare che integra. È qui il futuro della Sicilia. Se vogliamo azzardare che il bacino euroafroasiatico, fra dieci anni, sarà un’altra cosa, dobbiamo arrivare all’appuntamento preparati. La condizione di insularità, con le problematiche che ne derivano, costa alla Sicilia sei miliardi e mezzo all’anno. La chiave di lettura di ogni processo di crescita deve dunque partire dalla dotazione di infrastrutture strategiche perché davvero la nostra terra possa essere la naturale piattaforma nel Mediterraneo. Invece scontiamo la mancata istituzione dell’area di libero scambio. E la Sicilia resta strategica solo nella difesa, per le basi militari. Per quanto ci riguarda, invece, tutti i nostri sforzi sono, ad esempio, concentrati sulla creazione di un sistema aeroportuale che consenta all’Isola di diventare il naturale punto di approdo del Sud Europa».

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