PALERMO – Le nuove frontiere della chirurgia vertebrale saranno al centro di un incontro che si terrà venerdì 18 e sabato 19 maggio, nelle sale dell’NH Hotel di Palermo. Si tratta del secondo corso teorico-pratico di Chirurgia vertebrale in cui, diversi esperti provenienti da diverse parti d’Italia, si confronteranno sulle nuove tecniche chirurgiche, affiancando lezioni teoriche ad esercitazioni pratiche.
La prima sessione spazierà dall’anatomia radiologica alle procedure d’anestesia per la chirurgia mininvasiva. La seconda sessione si occuperà, tra l’altro, di chirurgia percutanea, con approfondimenti sulle tecniche di plastica vertebrale, laserdiscectomia nell’ernia del disco, trattamenti sulle deformità da scoliosi e riabilitazione dopo gli interventi mininvasivi. Infine, la terza sessione, sabato 19 maggio, sarà dedicata interamente alle esercitazioni pratiche su manichini. Ci sarà anche un confronto critico sui risultati ottenuti con le tecniche chirurgiche a cielo aperto e quelle mini-invasive.
Presidenti del corso sono Michele D’Arienzo, direttore dell’unità operativa di Ortopedia e Traumatologia del Policlinico di Palermo e Roberto Lagalla, specialista in radiologia ed assessore alla Formazione della Regione Siciliana. Direttori del corso, sono, invece: Luigi Manfrè, responsabile dell’unità operativa di Interventistica spinale mininvasiva dell’Istituto Oncologico del Mediterraneo; Pier Paolo Maria Menchetti, coordinatore dello “Spine Institute” di Roma, presso il Rome American Hospital e Massimo Midiri, a capo della Sezione di Scienze Radiologiche del Policlinico di Palermo.
“È un congresso di nicchia – spiega D’Arienzo – rivolto a medici che si occupano di patologia e traumatologia della colonna. Con queste due giornate speriamo che i giovani riescano a prendere spunti, grazie alla partecipazione dei maggiori esperti sul campo e a volersi dedicare a questa branca dell’ortopedia che sta diventando sempre più ‘preda’ dei neurochirurghi. Quelle di cui discutiamo adesso, trent’anni fa erano tutte lesioni di cui ci occupavamo noi ortopedici, ora all’80% vengono gestite dai chirurghi vertebrali o da vecchi chirurghi ortopedici. Per questo, dobbiamo tornare ad avere un ruolo centrale in questo tipo di interventi”.