Per Sebastiano Tusa, assessore ai Beni culturali della Regione, subentrato al vulcanico Vittorio Sgarbi, il primo miglio di navigazione si sta consumando lentamente sulla programmazione della stagione estiva, non senza aver dovuto impattare, in più di un’occasione, con le emergenze dei custodi nei musei e il loro utilizzo nei giorni festivi.
Non si scompone sulle principali criticità trovate e sui custodi ribadisce: “Il calendario delle feste è noto con largo anticipo- precisa – il problema c’è anche alla luce dei tanti pensionamenti, ma si può razionalizzare in due modi. Uno economico, investendo in risorse, uno pratico e organizzativo, con una ripartizione più razionale del personale che deve ruotare all’interno dei poli museali. Se c’è più bisogno a Palazzo Riso, spostiamo la risorsa da Terrasini”.
Sulla spesa europea, croce e delizia dell’assessorato che Tusa dirige c’è poco da stare allegri, con il cambio di passo che, oltre a essere una necessità percepita, dovrà diventare in tempi brevi un dato di fatto: “Oggi siamo la Cenerentola degli assessorati. Si è speso poco a causa di bandi farraginosi e di difficoltà nell’acquisire le autorizzazioni. Bisogna capire quali progetti sono cantierabili e mandarli subito in gara”
Tra gli obiettivi a cui si va lavorando una sinergia operativa con l’assessorato al Turismo che veda il coinvolgimento della struttura guidata da Sandro Pappalardo, responsabile della delega. Allo studio una serie di operazioni di propaganda mirate finalizzate a comunicare al meglio, obiettivo che spesso, in passato non si è raggiunto sempre in maniera efficace.
Anche Tusa è atteso alla prova del ’collegato’ con la fusione tra il Centro del Catalogo e quello del Restauro, intervento prima previsto e poi rimasto fuori dalla Finanziaria. Ma la prova del 9 per il nuovo responsabile della postazione strategica all’interno della giunta regionale, sarà la stagione dei musei e dei Parchi archeologici per i quali, Tusa sta predisponendo importanti novità nel tempo, a partire da multimedialità e supporti tecnologici. Anche se per l’assessore: “l’obiettivo rimane il quadro, la statua, il bene in sé. Molti musei hanno a mala pena i cartellini e manco in inglese”.