“Oggi ho visitato la Casa circondariale Gazzi di Messina, e presenterò un’interrogazione parlamentare perché ho notato che la sala operatoria dell’istituto, che è attrezzata e nuovissima, è chiusa per responsabilità del servizio sanitario regionale che ne ha la gestione e non ha ancora fatto nulla. Così ancora una volta fondi di diverse migliaia di euro vanno sprecati”: a dirlo è il candidato sindaco di Messina Cateno De Luca, che oggi ha visitato il carcere di Gazzi accompagnato dal dirigente della Casa circondariale Messina Calogero Tessitore, dal Comandante Antonella Machì, dal direttore Angela Sciavicco, dal rappresentante e dirigente nazionale Ugl polizia penitenziaria Antonio Solano, dal dirigente nazionale Ugl polizia penitenziaria, Nicolino Bongiovanni, consigliere nazionale Ugl polizia penitenziaria e dal segretario provinciale Ugl polizia penitenziaria Salvatore Piero Abate.
“Registro anche – prosegue De Luca (che alle Comunali del 10 giugno correrà per la sindacatura con 6 liste a suo sostegno) – una carenza di personale per circa 50 unità all’interno del carcere che rende complicato il lavoro degli agenti. Voglio comunque evidenziare che ho riscontrato un’ottima gestione dei reparti in buone condizioni e la sinergia all’interno dell’istituto con i detenuti che fanno gran parte dei lavori per la sistemazione dei locali”. Questo denota un rapporto tra chi è deputato al controllo e alla vigilanza con i detenuti, fatto che agevola il rapporto di reinserimento di chi si trova in carcere”.
“Tra le ipotesi emerse durante il colloquio avuto oggi con il direttore – conclude De Luca – anche la possibilità di trasferire il carcere in un’altra località di Messina ben servita dai collegamenti, e allo stesso tempo fare un project financing per destinare invece l’attuale area dell’istituto, che è di circa 20mila metri quadri e si trova in una posizione strategica della città, ad altre iniziative sociali collettive. Questo anche perché è importante fare un nuovo carcere perché alcune sezioni dell’istituto sono vetuste e non sono stati trovati fondi per sistemarle”.