Fino al 2015 era l’impresa di costruzione n. 1 in Sicilia, la 15^ in Italia per fatturato. Poi le varie inchieste giudiziarie ne hanno minato la stabilità e, di conseguenza, i vari cantieri sparsi in tutto il territorio nazionale.
Siamo parlando del colosso catanese Tecnis, dei soci Mimmo Costanzo e Concetto Bosco, arrestati nel 2015 per presunte tangenti negli appalti Anas (operazioni “Dama Nera” e “Dama Nera 2”) e coinvolti nell’inchiesta del febbraio 2016 (presunte infiltrazioni mafiose nelle loro società). I due, poi sono stati riabilitati dalla magistratura poiché sarebbero state “vittime dell’interesse mafioso”, e oggi non ci sarebbe alcun pericolo di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata nelle attività del gruppo.
Da allora l’impresa, insieme alle collegate “Artemis spa” e “Cogip holding”, finì in amministrazione giudiziaria (2016) guidata da Saverio Ruperto, 55 anni, avvocato e professore di diritto civile alla Sapienza di Roma, sottosegretario all’Interno nel governo Monti (2011-2013). Dal giugno 2017 il commissariamento (decreto firmato dal Ministero Carlo Calenda).
«L’amministrazione straordinaria – spiega Ruperto, in un’intervista pubblicata oggi da Il Sole 24 Ore – ha gravi problemi di liquidità nella gestione dell’attività di impresa, perché le banche hanno bloccato qualunque forma di credito. Il debito di Tecnis vale circa 300 milioni di euro, con valore della produzione di 90-95 milioni negli ultimi due anni. L’avviso di vendita pubblicato il 14 marzo scorso consente sia l’offerta unitaria sull’intero complesso aziendale, sia su singoli rami d’azienda indicati nel programma di cessione.
La procedura per la vendita – prosegue Ruperto – sta entrando nella fase cruciale: sono arrivate manifestazioni di interesse e offerte non vincolanti da parte di importanti gruppi attivi nelle costruzioni, nei prossimi giorni il Mise approverà il disciplinare per l’accesso alla data room e le due diligence, poi verso il 15/20 giugno sarà fissata la data per le offerte vincolanti. Il mio obiettivo è che sia verso la metà di luglio. La mia ragionevole speranza è di riuscire a vendere in modo unitario tutto il gruppo».
Tra i principali appalti in Sicilia ricordiamo l’Anello Ferroviario di Palermo (Giachery-Politeama), il collettore fognario “Sistema Cala” (disinquinamento della fascia costiera dall’Acquasanta al fiume Oreto, subappaltato a Sikelia), l’ammodernamento del Policlinico di Palermo (Sikelia), i lavori al famoso viadotto Scorciavacche sulla Palermo-Agrigento (ATI Bolognetta scpa, composta da Ccc, Cmc e Tecnis), la metropolitana di Catania, passando per il porto di Catania, quello di Ragusa, l’interporto di Catania oltre alla Salerno-Reggio Calabria, il raddoppio della Tiburtina a Roma e altre centinaia di commesse che hanno fatto della Tecnis la prima impresa del Sud Italia.
In vendita oggi commesse di costruzione e concessioni per un valore residuo di 1,8 miliardi di euro, riserve di cantiere per 432 milioni, e un organico amministrativo e di cantiere di circa 200 persone (prima superava le 800 unità).
«Fare presto nella cessione ha un’importanza chiave per dare continuità ai cantieri – conclude Ruperto nell’intervista su “Edilizia e Territorio” de Il Sole 24 Ore -. Spero di poter vendere tutto il gruppo unitariamente. Sarebbe la migliore soluzione per la salvaguardia occupazionale e per garantire la continuità dei cantieri».