GUARDA IL VIDEO IN ALTO
A circa un anno dalle elezioni amministrative a Palermo, la sinistra deve preparare il post Leoluca Orlando: qual è l’eredità che lascia il Professore e quali sono le alchimie possibili nel prossimo futuro per la proposta politica di governo del capoluogo della Regione? Nella puntata numero 159 di Bar Sicilia ne parlano l’ex sindaco Manlio Orobello, storico esponente della socialismo in città, e Daniele Vella, componente della segreteria regionale del Pd e vicesindaco di Bagheria, insieme al direttore responsabile de ilSicilia.it Manlio Melluso e al direttore editoriale Maurizio Scaglione.
Un’analisi senza peli sulla lingua che prende in considerazione il passato, recente e meno recente, della storia amministrativa di Palermo, le prospettive future di governo della città, con due interventi esterni d’eccezione: quello di Elio Sanfilippo, che ha ripercorso la propria esperienza in consiglio comunale negli scranni del Pci, al fianco di personaggi del calibro di Leonardo Sciascia e Renato Guttuso, e quello di Pino Apprendi, già vicepresidente vicario del Consiglio comunale, che ha raccontato gli anni in cui la sinistra palermitana si trovava all’opposizione del sindaco Diego Cammarata.
La sinistra deve innanzitutto fare i conti con quelle che sono le emergenze palermitane, dalle circa 900 bare ancora senza degna sepoltura al cimitero dei Rotoli alle strade dove i rifiuti hanno preso stabile domicilio. Orobello ricorda i problemi dei suoi tempi e fa un parallelismo con il presente: “L’amministrazione aveva dei problemi, come sempre ce ne sono stati a Palermo, ma cercavamo di risolverli ad uno ad uno, non ideologizzato le questioni, cercando passo dopo passo di affrontare i temi irrisolti. Avevamo le bare, poche, circa venti, ma avevamo anche 600 miliardi di lire per la costruzione della metropolitana leggera, che sono stati sprecati, nel senso che non sono stati mai utilizzati, mai spesi. Ci ritroviamo il tram che poteva essere integrato nel sistema dei trasporti urbani in presenza di una metropolitana, appunto. Il tram è un’opera che c’è, ma perde un milione al mese e possiamo dire che non ha risolto i problemi della mobilità, così come non è stato risolto il problema della manutenzione delle strade o della raccolta dei rifiuti“.
A Daniele Vella l’arduo compito di definire il perimetro di azione politica della sinistra in città in vista delle prossime elezioni amministrative ma anche delle altre scadenze elettorali: “Penso ad alcune proposte e ad un dialogo per la costruzione di una coalizione di governo – afferma il componente della segreteria regionale del Partito Democratico – non possiamo chiuderci in schemi predefiniti, perché il momento storico in Italia, in Sicilia, e quindi a Palermo, non lo permette. In secondo luogo credo che serva lanciare alcune idee forti sulla città: una su tutte il ritorno a dare un’attenzione verso le periferie“. Poi una battuta sulla possibile riproposizione dell’alleanza con i M5s sul modello di Termini Imerese: “Un Orizzonte di idee e di valori c’è, non ci dobbiamo prendere in giro: un radicamento a quella che è l’idea di Palermo come città europea e un radicamento forte rispetto a quello che è il valore di giustizia sociale“.
A Manlio Orobello tocca rispondere a una altrettanto difficile questione, chi sarà a raccogliere il testimone di portabandiera del centrosinistra in città da Leoluca Orlando? Un tema che l’ex sindaco socialista amplia: “Io allo stato non vedo una candidatura identificata da Orlando per succedere a Orlando stesso. Però devo dire che Orlando non è che abbia cannibalizzato il gruppo dirigente. Il fatto è che a Palermo non c’è gruppo dirigente della sinistra, non c’è un gruppo dirigente da cannibalizzare. Avevamo un gruppo dirigente prestigioso con partiti politici di riferimento, oggi questo non c’è più. Che senso ha la presenza dei 5 Stelle con il PD? È impossibile fare guazzabugli di questo tipo“.
Partire dai programmi è l’idea di Daniele Vella per l’individuazione di un patrimonio di idee da cui partire: “I nomi che sono tutti all’altezza di essere candidati sindaco di Palermo, ma non possiamo partire dalla fine del ragionamento – afferma Vella – Si deve partire dall’inizio del percorso, quindi la prima cosa che io ritengo si debba fare è sedersi attorno a dei punti programmatici che devono vederci uniti. Tanto più grande è il perimetro delle persone con cui ci siederemo meglio sarà, ma il discorso va portato sui temi. Non c’è dubbio che noi dobbiamo confrontarci anche con le forze cattoliche e moderate, ma è altrettanto vero che non lo dobbiamo fare sui nomi. Spesso parlare di nomi e la maniera più farraginosa per arrivare alle cose, mentre quella più giusta e più semplice è sedersi attorno a un tavolo“.