CLICCA PER IL VIDEO IN ALTO
E’ un Gianfranco Micciché senza filtri l’ospite della puntata numero 181 di Bar Sicilia. Il presidente dell’Ars e coordinatore regionale di Forza Italia ha parlato con il direttore responsabile de ilSicilia.it Manlio Melluso e con il direttore editoriale Maurizio Scaglione e ha sviscerato senza peli sulla lingua tanti e tanti argomenti, dal rapporto con il Presidente della Regione siciliana Nello Musumeci alle elezioni regionali, dalle scelte delle candidature in vista dell’elezione del prossimo sindaco di Palermo agli equilibri del centrodestra in Sicilia e tanto altro ancora.
Si parte con il rapporto con Nello Musumeci. E Micciché non risparmia punzecchiature al governatore: “Ci sono metodi diversi di lavoro. Io sono convinto che su ogni cosa bisogna dialogare e parlare – perché il confronto si fa già nella vita normale, figuriamoci in politica – Probabilmente lui un po’ meno. Ricordo quando il Berlusconi diventò Presidente del Consiglio per la prima volta. Non conoscendo la politica immaginava che il Presidente del Consiglio doveva fare tutto: nomine Rai, riforma della giustizia eccetera. In 8 mesi andò a casa. La seconda volta è rimasto 5 anni tranquillamente, perché aveva imparato come si faceva. L’atteggiamento che ha Nello è un po’ come il primo Berlusconi, con la differenza che Berlusconi non conosceva la politica, lui la dovrebbe conoscere da tempo“.
Micciché approfondisce e puntualizza che a prendere le decisioni devono essere i partiti e non gli assessori del governo regionale: “Le scelte in politica non vengono fatte dagli assessori ma dai partiti, che hanno delle strutture e degli organi di vertice che si riuniscono per prendere le decisioni. Faccio l’esempio di quello che è successo con il voto sulle Province all’Assemblea Regionale Siciliana: credo che non ci sia argomento più di riferimento per i partiti delle elezioni. Penso che sarebbe stato necessario parlare con i partiti. Il rinvio è stato votato all’unanimità: che ci vuole a fare una telefonata prima? Invece così la questione diventa oggetto di scontro, che nasce quando prendi decisioni senza prima parlarne con gli altri“.
Non poteva mancare una domanda sulla cena fiorentina con Matteo Renzi e sul ‘giallo’ dell’esposizione dell’ex sindaco di Firenze sul voto a Silvio Berlusconi da parte di Italia Viva per la Presidenza della Repubblica. Si è detto anche di una ‘regia’ da parte di Marcello Dell’Utri, circostanza che Micciché smentisce nettamente: “E’ ridicolo pensare che ci sia stata una regia di Marcello, offensivo per lui, per me e per Renzi“, ha affermato Micciché. Su quanto avrebbe detto Renzi a Micciché su Berlusconi, invece, il racconto del Presidente dell’Ars parte da lontano: “Ragionavamo coi i ragazzi in aula di Sicilia Futura, che avevano fatto un accordo con Italia Viva e che dopo mi hanno chiesto di ragionare per il futuro con Forza Italia. Avendo loro un rapporto di lealtà con Renzi, questa cosa veniva un po’ fermata perché Renzi non se la prendesse. D’Agostino (Nicola, deputato regionale di Italia Viva-Sicilia Futura, ndr) mi fece chiamare da Renzi e lui mi ha invitato a Firenze per andare a parlare e con grandissima semplicità abbiamo trovato l’accordo. Quindi io lì ho chiesto, come faccio con tutti: ‘lo voteresti Berlusconi come Capo dello Stato?’ e lui mi ha risposto ‘Perché no, parliamone’ e così io ho riferito: c’è la sua disponibilità, ma non ho detto che me lo ha promesso. Non significa che abbiamo fatto un accordo“.
A questo punto Micciché conferma la voce che ormai era sulla bocca di tanti: “Noi sosterremo un candidato sindaco a Palermo certamente con Edy Tamajo nelle nostre liste, lo dichiaro ufficialmente. Avremo il suo contributo e quello della sua forza politica che non è indifferente. Quando invece andremo alle regionali sono convinto che mi doppierà come numero di voti, e io ne sono ben felice perché punto alla forza del partito e non a quella personale. Stiamo studiando le modalità, visto che noi avevamo una lista quasi pronta: vedremo se fare due liste o se inserire i candidati in quella che stavamo preparando. Stiamo studiando il modo“.
Micciché non tralascia di commentare un argomento caldo come quello sui vaccini anticovid ai bambini: “Siccome io sento la gente, la ascolto tantissimo, posso dire che qualche preoccupazione c’è. Ritengo che non si debba mandare il bambino a vaccinarsi all’hub, ma dal pediatra, perché è di lui che si fidano i genitori e il bambino stesso. Devo dire sinceramente che avendo parlato con i responsabili di questa categoria professionale, li ho trovati più che disponibili, enormemente siciliani in termini di generosità. Sono loro che devono andare a casa dei propri pazienti, è il pediatra che dà fiducia alle famiglie“.