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La puntata numero 185 di Bar Sicilia è dedicata al mondo dei lavoratori della Regione siciliana: il direttore responsabile de ilSicilia.it Manlio Melluso e il direttore editoriale Maurizio Scaglione sono stati ospiti di Dario Matranga e Marcello Minio, fondatori del sindacato Cobas Codir, il più rappresentativo dei dipendenti della Regione siciliana, per parlare di contratti, smart working, concorsi, livelli stipendiali, falsi miti e tanto altro.
Primo argomento, i presunti privilegi dei lavoratori regionali, falso mito messo in cantina da Dario Matranga:
“Potremmo dire ‘C’era una volta il dipendente regionale’ – afferma -, nel senso che tanti anni fa i dipendenti regionali erano lavoratori che sicuramente, in virtù dell’applicazione anche di un articolo dello Statuto della Regione Siciliana, se la passavano un po’ meglio dei dipendenti dello Stato e dei dipendenti comunali. Oggi i dipendenti regionali non hanno nulla per cui essere, tra virgolette, invidiati dagli altri dipendenti. Sono lavoratori normali, che svolgono la propria attività, che vedono misurate le performance della propria attività attraverso sistemi di misurazione che sono uguali in tutta la pubblica amministrazione italiana. La verità è che sui dipendenti Regionali si sono costruite tante favole“.
Da sfatare, secondo il Cobas Codir, anche il mito di una Regione siciliana affollata da dipendenti. La situazione per Marcello Minio è ben diversa: “La Regione Siciliana per tutte le competenze che ha rispetto alle altre regioni d’Italia è sotto organico. Da Reggio Calabria in su, le competenze in carico oggi alla Regione Siciliana sono
gestite dai ministeri dello Stato. Se consideriamo poi che, per esempio, comuni come Roma, Napoli o Palermo hanno dipendenti in numero forse anche superiore a quelli della Regione siciliana, ci accorgeremo che questi ultimi non sono assolutamente moltissimi. Avere bandito i nuovi concorsi in questo modo, riteniamo che sia solo una pezza per porre rimedio ai grandi vuoti di organico della Regione“.
Tema di grande attualità, e non soltanto a causa della pandemia da Covid 19, è quello dello smart working per i lavoratori regionali: “E’ la grande sfida di questo inizio millennio – spiega Dario Matranga – Se la Regione Siciliana vuole essere al passo con i tempi, al di là dell’aspetto pandemico, deve sapere sfruttare questo momento per fare quel passo in più in termini di dematerializzazione e digitalizzazione del procedimento amministrativo, in modo tale che ci sia un’amministrazione sempre più digitale e il cittadino, con lo spid o con la carta d’identità elettronica, possa partecipare ai concorsi, possa partecipare ai bandi, possa chiedere informazioni e possa accedere a distanza ai servizi, senza doversi comunque recare presso l’ufficio. Quello che noi chiediamo come sindacato alla Regione è di adeguarsi a questo e non frenare sullo smart working”.
Altra questione che vede il sindacato impegnato in prima linea è quella del rinnovo dei contratti: “Lavoriamo per difendere i diritti dei lavoratori regionali – spiega Marcello Minio –, calpestati, negli 30-40 anni, da una nomea che è stata sempre attribuita a questa categoria e che ha causato ritardi o addirittura non ha consentito il riconoscimento dei diritti dei dipendenti regionali, per paura di finire sulla stampa e di essere crocifissi come erogatori di benefici alla categoria. Aldilà di questo ragionamento, finalmente siamo riusciti a chiudere degli accordi che hanno sanato delle situazioni particolari. Adesso siamo tutti impegnati per il prossimo rinnovo del contratto di lavoro che ci vede, diversamente dal passato quando alla Regione Siciliana le cose si facevano molto più velocemente che nello Stato, arrancare dietro ciò che fa lo Stato, che oggi approva i contratti nei suoi reparti di competenza molto prima della Regione, mentre noi dobbiamo subire ritardi inaccettabili“.