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A Catania lo spaccio era controllato dai clan. Blitz con arresti anche a Palermo e Siracusa

mercoledì 19 Settembre 2018
arresto-carabinieri
foto d'archivio

Sono più di 50 i carabinieri che dalle prime luci dell’alba hanno eseguito un blitz fra Catania, Palermo e Siracusa. I militari dell’Arma hanno arrestato otto persone ritenute riconducibili al clan Cappello-Bonaccorsi che si sarebbero rese responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti con l’aggravante del metodo mafioso.

I carabinieri del Comando provinciale di Catania hanno così disarticolato una importante cabina di regia dello spaccio nel quartiere San Cristoforo del capoluogo etneo. Numerose le perquisizioni messe in atto nelle tre città.

Le ordinanze sono state emesse dal Gip del Tribunale etneo su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia. L’operazione è stata denominata “Salette“.

Le indagini, sviluppate dalla Compagnia Carabinieri di Catania Piazza Dante, hanno consentito, tra l’altro, di evidenziare la pervasiva attività di controllo territoriale, la gestione dei flussi di denaro e droga da e per le piazze di spaccio di pertinenza del clan.

In manette sono finiti Giovanni Geraci, di 39 anni, Salvatore Panassiti, di 34, Gaetano Lauceri, di 29, Maurizio Barone, di 36, Carmelo Pulvirenti, di 47, Giovanna Carmelina Bartolotta, di 49, che era ai domiciliari.

Il provvedimento restrittivo è stato notificato a due detenuti: Carmelo Andrea Musumeci, di 36 anni, nel carcere dell’Ucciardone di Palermo, ed a Santo La Ferlita, di 28, che si trova nel carcere di Noto (Siracusa). Gli indagati avrebbero fatto parte del gruppo del boss Salvatore Massimiliano Salvo.

Le indagini hanno consentito di accertare l’esistenza di un’organizzazione, il cui referente sarebbe stato Geraci agendo con la collaborazione diretta di Passaniti, il quale, nonostante fosse agli arresti domiciliari nella propria abitazione di via Santa Maria delle Salette, nel quartiere San Cristoforo, rappresentava per gli investigatori un punto di riferimento logistico importante per le riunioni del gruppo e per il passaggio di denaro, sostanze stupefacenti e documenti di interesse.

Le indagini, che hanno preso avvio dopo il ritrovamento in casa di Passanisi di un quantitativo di cocaina, denaro e di un ‘libro mastro’ con appunti relativi alla gestione dei flussi di denaro e alla distribuzione della droga nelle piazze di spaccio di pertinenza del clan, hanno consentito – con servizi di osservazione, controllo, pedinamento, video-riprese, intercettazioni e riscontri specifici con sequestri di sostanze stupefacenti – di accertare l’esistenza di un forte vincolo associativo la cui riconducibilità al clan Cappello – Bonaccorsi è stata corroborata da dichiarazioni di collaboratori di giustizia.

Durante le indagini quattro delle persone alle quali stamane sono stati notificati i provvedimenti restrittivi erano stati già arrestati nella flagranza di reato di detenzione e spaccio di stupefacenti e di un’arma clandestina da guerra. Gli investigatori avevano anche sequestrato circa 40 grammi di cocaina, in parte già tagliata, ed oltre 5 kg di marijuana, oltre a somme di denaro provento dell’attività illecita.

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