Condividi
La conferenza di presentazione a Villa Igea

“Abiti RiBelli”, quando la bellezza si fa rivoluzione sociale a Palermo: il progetto solidale per la prima area fitness pubblica dello Sperone

mercoledì 17 Dicembre 2025

Dal dono di abiti da sposa nasce un progetto solidale per costruire la prima area fitness pubblica allo Sperone

@foto di biagio salerno

C’è un filo bianco che unisce la storia di cento donne, il riscatto di un quartiere periferico e la trasformazione di un dono silenzioso in un’opera di bene collettivo. Ieri, martedì 16 dicembre, la splendida cornice di Villa Igea ha ospitato la conferenza stampa di presentazione di “Abiti RiBelli”, un progetto socioculturale ambizioso nato dall’associazione L’Arte di Crescere ODV in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Sperone Pertini.

L’iniziativa è straordinaria nella sua semplicità: un atelier palermitano, che ha scelto l’anonimato, ha donato oltre 100 abiti da sposa. Quegli abiti, simboli di promesse e nuovi inizi, non resteranno chiusi in un armadio, ma diventeranno il motore per costruire la prima area fitness pubblica e gratuita del quartiere Sperone.

FOTOGALLERY DEL PROGETTO DELL’AREA FITNESS

Un ritorno a Villa Igea: dall’urlo alla consapevolezza

La scelta di Villa Igea per la presentazione non è stata casuale. Come ricordato dalle volontarie dell’associazione, nove anni fa, nello stesso luogo, nasceva l’“urlo delle madri”: una denuncia contro la solitudine, la fragilità delle politiche sulla maternità e la carenza di servizi.

“Oggi la situazione generale è persino peggiore di allora,” riflettono le organizzatrici, “ma una cosa è cambiata: noi. Siamo più consapevoli di come il potere attraversa i corpi, più intrecciate, meno sole. L’urlo non si è spento, si è fatto progetto, gesto politico. Abiti RiBelli nasce dalla necessità di dare dignità ai corpi che curano, trasformando la fatica in atto collettivo.”

Abiti RiBelli è un progetto ambizioso che ha preso vita nel quartiere Sperone, ma che appartiene a tutta la città e a tutti coloro che desiderano farne parte. Un miraggio che sta diventando realtà grazie all’impegno corale di tutte le persone e le realtà coinvolte. Perché tutte e tutti abbiamo il diritto di sognare – e di vedere quei sogni prendere forma.” dichiarano Monica Garraffa e Claudia Pilato, volontarie dell’associazione L’arte di Crescere.

 “RiBelli sono questi meravigliosi abiti bianchi che trovano e creano a loro volta nuova bellezza, RiBelli sono tante cittadine e cittadini di ogni età, allo Sperone ma non solo, che diventano sempre più consapevoli, non si rassegnano a ciò che non va e si adoperano per contribuire al cambiamento” asserisce Antonella Di Bartolo, dirigente dell’ICS Sperone Pertini” “ La ribellione, in questo senso, non è distruttiva, ma trasformativa, e crea spazi nuovi, intesi come luoghi ma anche come pensiero e il nostro istituto, con i suoi docenti, genitori, alunni e alunne, orgogliosamente è tra i protagonisti di questo progetto di comunità.”

 

Le iniziative del progetto Abiti RiBelli

Il teatro come rito: 100 donne al Teatro Biondo

Il momento culminante del progetto sarà l’azione teatrale collettiva prevista per il 23 dicembre 2025 alle ore 19:00 al Teatro Biondo. Diretta da Daniela Mangiacavallo (Associazione Baccanica), la performance vedrà salire sul palco cento donne di ogni età e percorso di vita, incluse sette donne attualmente in carico ai servizi della giustizia (UIEPE).

“Abiti Ri-Belli è un’azione teatrale che celebra la donna nel tempo, dal mito ai giorni nostri,” spiega la regista. “Un rito collettivo interpretato da un bianco simbolico, un omaggio a tutte quelle eroine che ogni giorno trasformano l’ordinario in epico.” Alla serata parteciperanno anche Alessandra Ponente, Settimo Palazzo e Salvo Piparo, con la conduzione di Anna Cane.

Le prove in corso non sono semplici preparazioni tecniche, ma un cantiere di cittadinanza dove donne di ogni estrazione ricuciono il legame con il territorio attraverso l’arte partecipata. È qui che la periferia si trasforma in centro del mondo, trasformando la fragilità in una potenza creativa capace di riscrivere il destino di un’intera comunità.

In un post sui social dell’Associazione L’Arte di Crescere è riassunta l’anima e l’energia di questo momento di preparazione collettiva:Tra fili, voci e respiri trattenuti nasce qualcosa che non è solo teatro. Sono corpi che ricordano, mani che imparano, storie che chiedono spazio. Abiti RiBelli prende forma così: nelle prove, negli sguardi, nel coraggio di esserci. Perché ogni abito reinterpretato e messo in scena da ciascuna delle donne che si stanno mettendo in gioco è una scelta. E ogni scelta può diventare ribellione.”

L’asta benefica e gli “Abiti d’Arte”

Per finanziare l’area fitness, gli abiti sono stati messi all’asta online dal 6 dicembre 2025 al 6 gennaio 2026 sul sito ufficiale del progetto. Una sezione speciale, denominata “Abiti d’Arte”, vede il coinvolgimento di artisti contemporanei che hanno reinterpretato i tessuti nuziali trasformandoli in installazioni:

  • Giulio Rosk con Ros(k)alia al Museo Riso;

  • Domenico Pellegrino con Luce da neu [nòi];

  • Laura Natangelo, Meltem Uldes e Maria Felice Vadalà con opere diffuse tra l’Oratorio San Mercurio e l’aeroporto di Palermo, dove i capi saranno esposti fino al 6 gennaio.

Tra i pezzi pregiati spicca l’abito di scena Aura, indossato dalla piccola Rosalia durante il Festino dello Sperone, e l’abito IO, indossato durante la conferenza dalla giovane psicologa Chiara Collorà come simbolo di una generazione che non aspetta il momento giusto per prendere parola.

La presentazione del progetto a Villa Igea

 

La sfida dello Sperone: la cultura che custodisce

La conferenza stampa è stata aperta e moderata con l’intervento di Monica Garraffa, che ha ricostruito il senso politico e comunitario del progetto Abiti RiBelli.

Uno dei momenti della conferenza ha riguardato in particolare il tema della sicurezza e del vandalismo. Alla domanda su come proteggere la futura area fitness, la dirigente scolastica dell’ICS Sperone Pertini, Antonella Di Bartolo, ha risposto con la forza dell’esperienza: “Tredici anni fa allo Sperone mancavano le porte dei bagni a scuola. Mi dissero che non valeva la pena montarle perché le avrebbero rismontate. Io le ho montate e nessuno le ha toccate. Non è un miracolo: quando una comunità si sente guardata e coinvolta, non distrugge, ma custodisce.”

Daniela Mangiacavallo, per l’Associazione Baccanica, ha riportato il lavoro artistico e teatrale dentro una dimensione politica: Abiti RiBelli non come evento, ma come processo, come spazio in cui i corpi diventano linguaggio e la fragilità si trasforma in forza collettiva.

Chiara Collorà, una giovane psicologa clinica, parte del variegato gruppo di donne che partecipano all’azione teatrale collettiva di Abiti RiBelli. Chiara c’è stata fin dall’inizio, con una disponibilità generosa, mettendo al servizio del progetto la sua presenza attenta e mai invadente. Durante la conferenza stampa ha indossato IO, uno degli abiti più preziosi messi all’asta. E non era solo un abito. Era una dichiarazione. Un corpo che si espone, che attraversa il senso del progetto, che tiene insieme cura e responsabilità, fragilità e scelta. In quel gesto c’era il cuore di Abiti RiBelli: professioni che non restano neutre, saperi che non si chiudono nei ruoli, giovani donne che non aspettano il “momento giusto” per prendere parola, ma la prendono adesso, con rispetto e coraggio.

Dal Ministero della Giustizia-Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna per la Sicilia(UIEPE), il direttore Gabriella Di Franco ha sottolineato il valore delle alleanze istituzionali, ricordando come i percorsi di cura, inclusione e giustizia sociale siano inseparabili quando si lavora sui territori più complessi.

“L’iniziativa  si inserisce nella proficua collaborazione avviata tra l’UIEPE e L’Arte di Crescere ed è in linea con la mission istituzionale, rinforza la valenza trattamentale delle persone in carico con particolare attenzione alle donne in esecuzione penale che stanno proseguendo il percorso progettuale in numero di sette alcune delle quali hanno coinvolto le loro figlie” spiega Gabriella Di Franco e prosegue “Il progetto “pensato” nell’ambito di un quartiere periferico “Sperone” valorizza la rigenerazione urbana e culturale e consente  l’avvio di pratiche virtuose utili al reinserimento delle persone che tentano di “ricucire” i legami interrotti con la commissione del reato. Il nostro intento è quello di continuare a proporre legami con la città e con la bellezza a persone che si trovano nel circuito giudiziario recuperando le rappresentazioni del bene comune e contribuendo al processo di potenzialità trasformativa della comunità”. 

Anche le istituzioni hanno espresso pieno sostegno e partecipazione. L’Assessore allo Sport del Comune di Palermo, Alessandro Anello, ha ribadito l’impegno dell’amministrazione sugli spazi pubblici come presìdi educativi e sociali.

L’iniziativa di solidarietà Abiti Ribelli – dichiara l’assessore Anello – sarà una bella occasione per dimostrare come lo sport possa creare valore sociale. Per questo faccio un plauso al progetto dell’associazione L’Arte di Crescere che in collaborazione con l’istituto comprensivo Sperone Pertini e tanti altri partner permetterà la realizzazione di un’area fitness gratuita allo Sperone. L’iniziativa rappresenta un investimento concreto nella salute pubblica dei palermitani, nell’inclusione, offrendo nuove opportunità di aggregazione, soprattutto ai giovani. Un passo fondamentale per la creazione di un tessuto urbano più equo e sostenibile“.

Le conclusioni sono state affidate al Vice Sindaco e Assessore alla Cultura, Giampiero Cannella, che ha riconosciuto il valore culturale e politico dell’iniziativa come pratica capace di tenere insieme memoria, arte e trasformazione sociale.

In un tempo in cui le periferie rischiano di essere raccontate solo attraverso fragilità e mancanze, Abiti RiBelli dimostra che da quei margini può nascere un racconto diverso: un racconto che trasforma, che ricuce legami, che restituisce dignità agli spazi e alle persone. È l’esempio concreto di come la cultura, quando sostenuta dalle istituzioni e condivisa da una comunità viva, diventi una leva reale di cambiamento dichiara l’assessore Cannella –

“La periferia, abbandona il cliché di luogo dal quale fuggire per diventare spazio dove sperimentare forme di arte partecipativa, profondamente radicata nel territorio. Dove la tonalità minore diventa la vera chiave di lettura del cambiamento sociale.”, conclude Cannella.

Un anno di bellezza in movimento

Il progetto non si esaurisce con lo spettacolo: da primavera 2025 a primavera 2026, Abiti RiBelli prevede laboratori e incontri per cucire nuove trame sociali. Come spiegato da Gabriella Di Franco (Direttore UIEPE), l’iniziativa permette anche il reinserimento sociale attraverso la bellezza, aiutando chi ha commesso reati a ricucire i legami con la città.

“Abiti RiBelli appartiene a tutta la città,” concludono Monica Garraffa e Claudia Pilato. “Perché tutte e tutti abbiamo il diritto di sognare – e di vedere quei sogni prendere forma.”

Abiti RiBelli è molto più di un progetto: è un atto collettivo di bellezza, solidarietà e rinascita.  Nasce per valorizzare le donne di ogni età, intrecciando legami intergenerazionali che diventano forza viva e creativa.

È un invito a vivere l’arte e la cultura come strumenti di inclusione, capaci di raccontare storie, trasformare spazi e unire le persone.  È un impegno concreto per promuovere lo sport e il benessere nei luoghi pubblici, rendendo il quartiere più giusto, sano e accessibile.

È, soprattutto, un modo per rafforzare la partecipazione attiva e il senso di comunità, perché solo insieme si può ricucire, costruire, sognare.

Con Abiti RiBelli, Insieme, si cuciono possibilità.

Per sostenere il progetto, partecipare all’asta o fare una donazione libera, è possibile consultare il blog dell’associazione L’Arte di Crescere: https://abitiribelli.lartedicrescereodv.org/

(puoi continuare a leggere gli aggiornamenti sul progetto attraverso i contributi di Marika Gallo dentro il blog di Abiti RiBelli)

Questo articolo fa parte delle categorie:
Condividi
La Buona Salute

La Buona Salute 63° puntata: Ortopedia oncologica

La 63^ puntata de La Buona Salute è dedicata all’oncologia ortopedica. Abbiamo visitato l’Ospedale Giglio di Cefalù, oggi punto di riferimento nazionale

Oltre il Castello

Castelli di Sicilia: 19 ‘mini guide’ per la sfida del turismo di prossimità CLICCA PER IL VIDEO

Vi abbiamo accompagnato tra le stanze di 19 splendidi Castelli di Sicilia alla scoperta delle bellezze dei territori siciliani. Un viaggio indimenticabile attraverso la storia, la cultura, l’enogastronomia e l’economia locale, raccontata dai protagonisti di queste realtà straordinarie.

ilSicilia.it