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Acate, ivoriano scomparso: si indaga per omicidio

mercoledì 27 Luglio 2022

Ci sono delle svolte sulla scomparsa di Daouda Diane, l’ivoriano di 36 anni di cui non si hanno più notizie dal 2 luglio scorso.

Il fascicolo della scomparsa dell’uomo, aperto dalla La Procura di Ragusa, ha nuovi capi di imputazione: si indaga, contro ignoti, per omicidio e occultamento di cadavere. Questa la decisione assunta dalla procura iblea 25 giorni dopo la scomparsa dell’uomo.

Non ci sono più notizie, né alcuna traccia di Daouda, che è uscito di casa per andare al lavoro e non è più tornato.

La denuncia venne presentata, il 4 luglio di dirigenti della cooperativa dove l’uomo lavorava, preoccupati perché non si era presentato al lavoro e non aveva risposto al telefono. Daouda era una persona molto puntigliosa e attenta, dice chi lo conosce, nella casa, che divideva con i coinquilini, sono rimasti i suoi effetti personali ed un biglietto aereo acquistato perché il 22 luglio sarebbe tornato, per un breve periodo, in Costa d’Avorio, per rivedere la moglie e il figlio di 8 anni. Ma su quell’aereo non è mai salito.

Da 25 giorni non ci sono più notizie , né nessuna traccia di Daouda. L’uomo aveva lavorato, per tutta la mattina di sabato, in un cementificio della periferia di Acate, dove pare lavorasse saltuariamente nei momenti liberi dal suo lavoro, presso un centro di accoglienza di Acate. Da quel cementificio Daouda inviò a dei parenti un video (verosimilmente realizzato la stessa mattina del 2 luglio) che lo riprende al lavoro nella zona di una betoniera e con un martello pneumatico. Giovedì scorso nel cementificio sono stati effettuati i rilievi del Ris, ma finora non sono emersi elementi che possano far pensare che qualcosa possa essere successo all’interno del luogo di lavoro. Dopo tre settimane di ricerche infruttuose la Procura di Ragusa, diretta dal procuratore Fabio D’Anna, ha deciso di modificare il capo di imputazione contro ignoti in omicidio e occultamento di cadavere. Le altre piste quali quelle, sempre meno verosimili, della sparizione volontaria, di un malore o di un incidente, però, restano tutte aperte.

Dal giorno della scomparsa di Daouda Diane, i titolari del cementificio Sgv di Acate non hanno rilasciato nessuna dichiarazione pubblica. L’avvocato Mirko La Mattina, dello studio associato Trantino di Catania, che parla per conto del legale rappresentante dell’azienda, Gianmarco Longo, spiega che la novità del fascicolo aperto per omicidio e occultamento di cadavere, anziché per scomparsa, è il dato saliente delle indagini dopo 25 giorni: “Questa scelta della procura riteniamo sia un atto dovuto. Quest’uomo è scomparso misteriosamente e bisogna capire che cosa è successo. Ciò che non comprendiamo è l’accanimento mediatico nei confronti della Sgv, assolutamente ingiustificato”. “Il fatto che Daouda sia stato visto per l’ultima volta nel cementificio, non significa che vi siano delle responsabilità. Nessuno di noi sa cosa sia successo a Daouda quando ha lasciato il cementificio. I titolari della Sgv – aggiunge – hanno chiesto, per primi, di effettuare delle verifiche accurate all’interno del cementificio. I rilievi sono stati eseguiti giovedì scorso dal Ris. Il fatto che non sia stato trovato nulla e che non sia emerso nulla, esclude ogni responsabilità della Sgv, dimostra che con questa sparizione l’azienda non c’entra niente. È un dato importante delle indagini”.

La Mattina precisa che i rilievi del Ris sono stati svolti sia all’interno del cementificio, sia in altre pertinenze, “anche su un terreno adiacente, che è stato posto sotto sequestro per reati ambientali. Un terreno utilizzato da Sgv, ma accessibile a tutti. Su questo sequestro si è frainteso parecchio: Sono stati riscontrati solo violazioni ambientali. Nient’altro”.

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