L’inchiesta sulle “firme false” al comune di Palermo affonda il “Modello Sicilia“, il gioiello politico di Beppe Grillo. Il successo delle elezioni regionali del 2012 consegnava ai pentastellati una pattuglia di ben 15 deputati. Ora sarà probabilmente decimata dalle “autosospensioni”. Fino ad oggi se ne contano solo due sospensioni: Claudio La Rocca e Giorgio Ciaccio. Ma secondo le indiscrezioni raccolte dalla stampa, la lista di “deputati”, regionali e nazionali, indagati sarebbe composta da almeno otto nomi.
In attesa degli sviluppi dell’inchiesta giudiziaria che sin da oggi potrebbe far registrare novità, il caso legato alle elezioni amministrative di Palermo è un casus belli di portata nazionale. La posizione di Grillo è chiara: chi è indagato si sospenda dal movimento. Ma nessuna parola in più è stata spesa dal leader su una vicenda che si starebbe complicando anche sul piano delle responsabilità penali. Non solo firme copiate, perché c’è già chi parla di firme clonate, quindi apocrife. Lo sostiene il senatore Pd, Stefano Esposito. Le firme per sostenere le candidature al comune di Palermo sarebbero state “trasferite” dall’elenco delle firme raccolte ai tempi del referendum per l’acqua pubblica: “Dopo le firme copiate spuntano quelle clonate, spostate pari pari dalle liste di chi aveva firmato per il referendum sull’acqua in Sicilia e finite sotto le candidature a cinque stelle”.
“I vertici pentastellati, che sapevano e hanno taciuto – continua l’esponente Pd – invece di assumersi le loro responsabilità continuano a tergiversare e dal tour siciliano per la campagna del no fanno saltare la tappa di Palermo”. La difesa d’ufficio dei Cinque stelle è affidata alle parole del portavoce delle Camera, Carla Ruocco. Rispondendo a Maria Latella, su Sky Tg24 di ieri pomeriggio, il portavoce pentastellato ha sostenuto che “la differenza tra il Movimento Cinque Stelle e i partiti tradizionali è che noi sospendiamo e allontaniamo le persone che commettono irregolarità, negli altri schieramenti se li tengono dentro e li coccolano”. Accuse di mancanza di trasparenza al Movimento Cinque Stelle anche dal vicesegretario Pd, Debora Serracchiani: “Per essere un movimento che ha fatto della trasparenza e dell’onestà dei principi sulla base dei quali si offre al voto popolare, mi pare che la trasparenza manchi e che in qualche modo bisognerà valutare se c’è anche l’onestà, poi non saremo noi a dirlo”.