Liquidità e semplificazione delle procedure. Insieme sarebbero la chiave di volta per risollevare un settore come quello agricolo, da molto tempo in forti difficoltà in Sicilia e adesso ancora più azzoppato dagli effetti della recente chiusura delle attività. La burocrazia, che soprattutto in situazioni di urgenza come quella attuale dovrebbe essere snella, è invece come un muro di gomma. E così ci sono 40 milioni di euro di fondi europei, destinati ai produttori del biologico, fermi da anni a causa della mancata cooperazione della regione con la Agea, l’agenzia per l’erogazione dei fondi in agricoltura. Insostenibile paradosso di una Fase 3 all’insegna della lentezza, contro cui Coldiretti punta il dito.
“Mentre le imprese sono costrette a sostenere costi enormi – denuncia il presidente regionale Francesco Ferreri – siamo ancora al solito stucchevole rimpallo di competenze tra la Sicilia e Roma. Nel frattempo chi ha riconvertito la produzione attende e addirittura rischia di restituire le somme già avute. In questa situazione illogica gli agricoltori non sanno neanche quando questi fondi arriveranno poiché non c’è alcuna certezza”.
Continuare a decelerare la spesa, e complicare le norme vuol dire colpire ancora di più l’agricoltura. In questo macro settore, il comparto florovivaistico è tra quelli che stanno scontano maggiormente la lentezza della burocrazia. “Urgono bandi semplificati e immediati – specifica Ferreri – sono indispensabili tutte le azioni per contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso agevolato, attraverso un’ oggettiva valutazione del danno patito dalle aziende agricole in termini di produzioni invendute e cali dei fatturati”.
“A causa del lockdown – ribadiscono alla Coldiretti siciliana – centinaia di migliaia di fiori e piante sono stati distrutti e la ripresa appare complicata proprio a causa delle pastoie burocratiche. “Questo al di là delle strutture e dei mezzi che, se solo i fondi arrivassero, potrebbero essere ammodernati e migliorare la produzione “, rimarca Ferreri.
Altro comparto al palo, la zootecnia: era stato richiesto e annunciato un bando. Invece tutto fermo, ancora.
“I ritardi riguardano inoltre – prosegue il presidente di Coldiretrti Sicilia – una efficace campagna di comunicazione per aiutare concretamente il settore agricolo. Da troppi anni le imprese siciliane assistono a annunci di fondi pronti per essere sbloccati. Ma di fatto questo non avviene e gli imprenditori ogni giorno vanno in azienda a combattere una vera e propria guerra. La burocrazia è un altro virus. Non si possono aspettare lustri per ottenere quanto spetta”.