Due manoscritti erano stati messi all’asta da un privato. Il dizionario era in vendita invece in una libreria catanese. E’ merito di due diverse indagini sviluppate dal nucleo carabinieri Tutela del patrimonio culturale di Palermo e dalla compagnia dell’Arma di Canicattì (Ag) se i beni bibliografici sono stati recuperati e restituiti alla biblioteca Lucchesiana di Agrigento, con il suo direttore don Angelo Chillura.
A farlo è stato il comandante del gruppo per la Tutela del patrimonio culturale (Tpc): il tenente colonnello Alfio Gullotta. Una prima indagine, che ha beneficiato della collaborazione avviata da anni dal comando Tpc – sezione esteri del reparto Operativo con la casa d’aste londinese “Christie’s”, ha permesso di ritrovare due manoscritti che un privato intendeva vendere all’asta. Si tratta di: Sallustio, “Bellum Catilinarium et Bellum Lugurthium”, miniato su pergamena, Firenze 1440 – 1450; e di Pseudo-Cicerone, “Ars Nova“, su pergamena firmato da Bonaccorso da Pesaro, Firenze 1435.
I due volumi, rari e di pregio, sono riconducibili alla biblioteca Lucchesiana di Agrigento dalle firme e dai timbri “Ex bibliotheca Andreae Lucchese” apposti da Andrea Lucchesi Palli, vescovo di Agrigento dal 1755 al 1768. La seconda indagine ha avuto origine da una denuncia presentata dalla direzione della biblioteca Lucchesiana per una foto, apparsa sul web, di un libro antico denominato “Dizionario siciliano italiano latino del P. Michele Del Bono della Compagnia di Gesù, dedicato al Sig. Principe di Campo Fiorito“, oggetto di furto e in vendita presso una libreria catanese. Il nucleo Tpc di Palermo e il comando compagnia carabinieri di Canicattì hanno sequestrato d’iniziativa il dizionario, composto da tre volumi.