I dipendenti del cimitero dei Rotoli di Palermo lo chiamano “il muro di Berlino”, anche se sarebbe meglio “il muro della vergogna”. In mattinata la metà delle sepolture abusive, 72 su circa 200, è stata quasi del tutto smantellata.
Presenti già dalla fine degli anni ’90, queste strutture fatiscenti sono state utilizzate dall’amministrazione comunale all’inizio degli anni Duemila perché era più semplice che creare o cercare nuovi ipogei. Così, a destra e a sinistra dell’ingresso principale, inerpicandosi sul costone roccioso di Monte Pellegrino, lungo le strade asfaltate capitava di trovare intere famiglie fermarsi per portare un fiore ai propri cari defunti.
Qualche giorno fa, tre salme erano cadute sull’asfalto. Per fortuna, nessuno era rimasto ferito, ma quanto accaduto ha accelerato le operazioni di bonifica già previste dalla Giunta Lagalla, che, messa ufficialmente la parola “fine” all’emergenza bare, a settembre potrebbe chiedere una proroga del commissariamento. L’assessore comunale con delega ai Servizi cimiteriali Totò Orlando precisa che una valutazione in atto, ma che l’obiettivo è di riuscire a tornare ad essere completamente autonomi rispetto al Governo centrale.
“Grazie al ministro Musumeci per la sua presenza, ma anche per l’intuizione del commissariamento che ci ha consentito di accelerare quelle azioni che sono state rese possibili grazie all’impegno di assessore e giunta, e ovviamente di tutti gli operatori, le funzioni comunali, la Reset e tutti quegli uffici e le articolazioni che hanno generosamente contribuito a un risultato che non è quello finale, perché ancora sono necessarie tante opere di riqualificazione e ristrutturazione di questo e altri cimiteri cittadini”, è il commento del sindaco di Palermo, Roberto Lagalla. “Speriamo nelle prossime settimane – dice – di poter attivare entro luglio il forno crematorio. Oggi diamo un’ulteriore affermazione della legalità procedendo con l’inizio delle operazioni di abbattimento di 72 sepolture abusive che per decenni non sono state mai oggetto di una rimozione strutturale, ma anzi inopinatamente utilizzate dalla stessa amministrazione in tornate successive per non ridurre il numero delle sepolture disponibili – spiega il primo cittadino -. Crediamo che laddove ci sia una genesi che è ‘contra legem’, non possa che intervenirsi con l’arma più dura, quella della rimozione. Credo ormai si sia rientrati verso la normalità – conclude – Parleremo col ministro perché alcuni interventi dovranno essere ancora assistiti dalla possibilità di utilizzare le agevolazioni offerte dalla struttura commissariale”.
Del “primo colpo di piccone alle 72 tombe abusive” parla, invece, il vice sindaco del capoluogo, Carolina Varchi, che ha anche la delega alla Legalità: “Un atto di legalità importante che restituisce ai cittadini un luogo sacro in cui commemorare e onorare i propri defunti ma restituisce anche e soprattutto fiducia nelle istituzioni. La lotta alla criminalità, in tutte le sue forme, anche nella demolizione di opere abusive, resta un caposaldo di questo Governo e di questa amministrazione, affinché nessuna azione resti impunita. Il fatto che ciò che avvenga a distanza di pochissimi giorni dalla commemorazione del giudice Borsellino rappresenta un forte segnale di speranza e di rinascita”.
“Al cimitero dei Rotoli l’amministrazione comunale di Palermo ha fatto in sei mesi quello che non era stato fatto in sei anni – sottolinea il ministro della Protezione Civile Nello Musumeci che nel dicembre scorso aveva conferito al sindaco Roberto Lagalla i poteri commissariali per far fronte all’emergenza causata dal blocco delle tumulazioni. “L’impegno era categorico – aggiunge – il primo atto che ho compiuto da ministro della Protezione Civile è stato quello di dichiarare lo stato di emergenza. Ho messo a disposizione del Comune la gestione commissariale che ha permesso di andare in deroga della normativa vigente. Abbiamo concesso due milioni di euro e un tempo massimo di un anno per riportare il cimitero alla normalità. In sei mesi il sindaco, gli assessori, i tecnici hanno fatto miracoli. Era necessario aver rispetto dei morti. E questo passa soprattutto da una dignitosa sepoltura. A Palermo ho visto cose che non si sono mai viste in altre parti d’Italia e d’Europa. Sono felice di aver potuto fare per la mia terra quello che era necessario fare”.
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