L’Assemblea regionale siciliana, presieduta da Gianfranco Miccichè, torna a riunirsi e al centro del dibattito un tema politico delicato: la questione di incostituzionalità che ha acceso una lunga discussione nella seduta odierna in merito al numero delle norme impugnate dal Governo nazionale. Ultima bocciatura in ordine di tempo quella relativa al Rendiconto 2019 della Regione siciliana, con la Corte dei Conti nazionale che ha accolto il ricorso del procuratore generale della Corte dei Conti siciliana.
Il presidente dell’Ars ha dato inizio alla seduta d’aula, partendo da una raccomandazione importante a tutti i deputati di Sala d’Ercole rispetto alla legislazione siciliana: “E’ mortificante. Vi comunico formalmente che non accetterò più in aula leggi incomplete che provengono dalle commissioni ma che contengono problemi di incostituzionalità, i dubbi ve li risolvete in commissione. Mettendo me in difficoltà, se una cosa può passare o no. Le leggi devono essere ben sistemate, non devono mancare le relazioni degli uffici e degli assessorati”. Lo ha detto Gianfranco Miccichè, all’apertura dei lavori parlamentari, aggiungendo “Dobbiamo fermare questo trend pieno di bocciature”.
Si tratta di dubbi di incostituzionalità rispetto ad alcune norme votate dal Parlamento siciliano, ma poi sollevate da Roma. C’è un 15% di impugnative da parte del governo nazionale che non è poco, su proposte già elaborate in sede di commissione legislativa. La legge sull’edilizia n. 19 del 29/07/2021 della Regione Siciliana, che “modifica la legge regionale 10 agosto 2016, n. 16 in materia di compatibilità delle costruzioni realizzate in aree sottoposte a vincolo” è un esempio: il Consiglio dei Ministri ha impugnato la norma di cui all’articolo 20 votata dall’Ars sulla sanatoria degli abusi edilizi compiuti nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico relativo, “in quanto talune disposizioni in materia di condono edilizio, eccedendo dalle competenze statutarie, si pongono in contrasto con la normativa statale e con le norme di grande riforma economico-sociale in materia di tutela del paesaggio e di uniformità delle prestazioni essenziali, violando gli articoli 3 e 117, secondo comma, lettera l), della Costituzione”, secondo il comunicato del Cdm.
In aula ha risposto l’assessore regionale al Territorio e all’Ambiente sul tema del riordino dell’edilizia “Valuteremo se resistere davanti alla Corte costituzionale e l’aula ne sarà informata”. D’altronde, l’articolo esitato favorevolmente dall’Aula era stato dibattuto, trovandone piena adesione con tutti gli ordini professionali competenti (ingegneri, architetti, agronomi, geologi) e con i rappresentanti degli atenei siciliani. E prima di approdare a Sala d’Ercole, aveva trovato il voto affermativo della Commissione Urbanistica dell’Ars e la condivisione dell’Ufficio legislativo della stessa Assemblea regionale.
Come pure l’articolo 36 della legge di stabilità regionale sulla stabilizzazione dei lavoratori Asu, o ancora la legge sull’agroecologia che tocca materie di competenza concorrente tra Stato e Regione.
Tuttavia ci si riferisce a disegni di legge sia di iniziativa governativa che parlamentare. Miccichè ha riferito in aula di una lettera inviata direttamente dal presidente del Senato della Repubblica Italiana, sollecitando relazioni tecniche che puntualmente non arrivano.
Poi la richiesta all’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, di fare chiarezza sulla questione Covid “perché è da un po’ che non lo fa”, ha detto il presidente Micicchè. e sul futuro dei numerosi operatori impegnati nel corso dell’emergenza sanitaria e che in questo momento, fortunatamente, “non stanno facendo molto”.
Se parliamo di vertenze ancora aperte e al vaglio della Commissione Lavoro, una su Palermo è quella che riguarda i lavoratori del call center Almaviva, reduci dalla protesta di ieri davanti l’Assessorato regionale della famiglia, e alla quale ha fatto seguito un incontro al ministero del Lavoro, in cui si potrebbero delineare le sorti dei lavoratori, che chiedono “soluzioni per la piena occupazione e la tutela dei diritti acquisiti in 20 anni”. Al centro delle richieste l’applicazione della clausola sociale che consentirebbe il passaggio dei lavoratori da una società all’altra. Infatti, con Ita che subentra ad Alitalia, la Covisan si è aggiudicato l’appalto del servizio call center prima eseguito da Almaviva attraverso 621 addetti, 570 nel capoluogo siciliano e il resto a Rende, in Calabria.
L’Assemblea regionale siciliana riprenderà i lavori martedì prossimo, alle ore 16.