“Sull’alluvione del 15 luglio, nessun passo avanti da parte della Regione Siciliana per la dichiarazione dello stato di calamità. Ho ricevuto ieri una lettera da Palazzo Chigi che sottolinea che solo dopo una istruttoria del Governo regionale, la Protezione Civile nazionale potrà fare il proprio lavoro“, scrive su Facebook il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.
“Ho chiesto quindi al Presidente Musumeci di accelerare i tempi di questa istruttoria, che ha evidenti ricadute su tempi e modalità di rimborso dei danni subiti dai cittadini. Queste procedure hanno normalmente tempi lunghi, ma almeno facciamole partire”, conclude il sindaco di Palermo.
LE RICHIESTE
Sono circa 450 le richieste di rimborso danni pervenute al Comune. Circa 250 per automobili, poi un centinaio di abitazioni private e infine condomini per danni a parti comuni e imprese per danni a magazzini e merce.
Gli importi dei danni dichiarati vanno da poche centinaia di euro a 300 mila euro. Circa 100 persone/aziende hanno iniziato una azione legale contro il Comune, la cui linea di difesa è che “si è trattato di evento eccezionale di tale portata che non sarebbe stato possibile limitare i danni e nessuna comunicazione è pervenuta da chi di competenza (leggi Protezione civile regionale) persino quando le piogge erano già in corso“.
“Quindi se non c’è la dichiarazione dello stato di calamità naturale, oltre ai 900 mila euro inseriti nella finanziaria regionale non ci sarà alcuna somma disponibile e inevitabilmente si andrà a lunghi ed incerti contenziosi legali – sottolinea l’Amministrazione comunale -. Nel caso in cui ci fosse la dichiarazione di calamità, lo Stato stanzia i soldi (sulla base delle richieste fatte dagli enti locali) e li eroga anche se con tempi lunghi“.
E si evidenzia: “Pochi giorni dopo l’alluvione di Palermo ce n’è stato uno a Messina (l’8 agosto) e la Giunta regionale ha avviato la procedura per lo stato di calamita’ giorno 13 agosto“.