L’Amap stringe un patto con i Comuni – in testa quello di Palermo, socio di maggioranza – che parte dall’approvazione dei criteri gestionali dell’azienda, passa per gli aspetti legati alla riorganizzazione e termina con la politica di investimenti sul medio e lungo termine. L’assemblea dei soci si è tenuta questa mattina a Palermo nella sede di via Volturno. Al fianco dell’amministratore unico, Alessandro Di Martino, c’era il vicesindaco di Palermo, Carolina Varchi che cura i rapporti con le aziende partecipate. “Il lavoro compiuto oggi – afferma Varchi – rappresenta un fondamentale momento di sintesi che consente di guardare con fiducia e ottimismo agli impegni che Amap dovrà assumersi nel prossimo futuro”.
L’assemblea ha messo a punto il quadro dei documenti finanziari ancora pendenti, primo fra tutto il bilancio d’esercizio 2022 e il gestionale 2023. Il consuntivo 2022 si è chiuso con un utile di poco superiore ai 5,2 milioni di euro che, detratta la quota destinata alla riserva legale (circa 260mila euro) , saranno destinati agli investimenti sulle infrastrutture.
Approvato il Piano industriale pluriennale 2023-2045. “Un documento approfondito – sottolinea Di Martino – che è stato elaborato in coerenza con gli impegni previsti nel Piano d’ambito dell’Ato Palermo che sta alla base dell’affidamento trentennale del Servizio Idrico Integrato. Si tratta dello strumento per ottenere dal mercato bancario, attraverso una imminente gara a evidenza pubblica, i finanziamenti indispensabili per sostenere proprio gli impegni di investimento e gestionali derivanti dall’affidamento ad Amap quale gestore unico del Servizio idrico integrato”.
Nel periodo che termina nel 2026 si parla di un investimento pari a 287 milioni; dal 2027 al 2041 l’investimento sale a 663 milioni; nel triennio 2042-2045 prevista una spesa di 302 milioni. Un investimento totale di 1,25 miliardi di euro, con una previsione di contributi pubblici di quasi 420 milioni di euro. “L’obiettivo è offrire qualità – continua Di Martino – ma avendo la consapevolezza che sia la rete di Palermo che quella di molti Comuni della sua provincia pagano lo scotto della vetustà”. Oggi è stato affrontato anche il tema legato alla ristrutturazione interna che passa anche dal piano assunzioni ormai indispensabile per aumentare la capacità propulsiva di un motore costretto a trainare non solo, come all’origine, la città di Palermo ma anche due terzi dei Comuni della provincia.