“Come ogni mese, anche a gennaio gli stipendi dei 1.600 dipendenti Amat sono a rischio. L’azienda, infatti, non ha soldi in cassa e questo nonostante attenda da Comune e Regione ben 60 milioni di euro, una situazione che grava anche sui cittadini con un servizio limitato a causa delle vetture guaste, ben la metà del parco mezzi circa 200, rimangono ferme per mancata manutenzione”. Ad affermarlo sono Mimmo Perrone segretario Fit Cisl Palermo e Salvatore Girgenti segretario territoriale della Federazione Trasporti Cisl.
“Il Comune – proseguono – intervenga sull’assetto economico dell’azienda. Ancora attendiamo il decreto ingiuntivo alla Regione che era stato annunciato dal sindaco mesi fa. A pagare sono i lavoratori ma anche i cittadini se si pensa che di 30 vetture articolate che dovrebbero servire la tratta del 101, solo 7 sono funzionanti e in strada e le altre attendono la manutenzione e l’acquisto dei pezzi di ricambio che l’azienda non può sostenere, per mancanza di risorse”. Il sindacato denuncia che “continua a mancare un impianto di metano all’interno della rimessa dei bus che ridurrebbe i costi sostenuti del rifornimento che attualmente viene fatto all’esterno in via Lanza di Scalea”.
“I costi del tram che circola da oltre un anno, inoltre – aggiungono Perrone e Girgenti – continuano a gravare sull’azienda e i suoi lavoratori dato che Amat non ha ricevuto nessuna somma come contributo sul servizio. Pesa inoltre anche la carenza di personale, sia in officina per le riparazioni dei mezzi, sia di movimento. Si intervenga subito, non si può consentire che il servizio sia messo in strada solo con la metà delle vetture a disposizione e che i lavoratori vivano sempre nell’incertezza. Amat deve riscuotere i suoi crediti, Comune e Regione provvedano subito”.