Tra chi non si è fatto impressionare dalla folla, obiettivamente di dimensioni importanti, presente all’Hotel delle Palme la scorsa settimana in occasione dell’assemblea provinciale della Lega c’è Stefano Candiani, commissario regionale nell’Isola del partito di Salvini che comincia ad essere l’incubo a 360 gradi di tutti i rappresentanti politici. Anche in Sicilia.
Il vantaggio dei leghisti oggi sta nel fatto che il processo di reclutamento della classe politica può passare senza grande stress dalla società civile, dai sindaci e dagli amministratori, senza tralasciare chi ci voglia mettere del suo. Non c’è ansia da prestazione nella crescita siciliana dei salviniani. Almeno per adesso.
“Se uno ha una bella storia di politica fatta in altri ambiti, ma non è un colluso o uno che ha fatto disastri o è autore di malapolitica, perché dovrei escluderlo?”, – ha detto più volte Candiani, evidenziando con chiarezza specifica che la narrazione “mette al centro il sostenitore e il militante”.
Insomma c’è un percorso da fare. Trapianti poco produttivi e innesti estemporanei non dovrebbero fare parte della strategia di Candiani in Sicilia. Che non prevede, per intenderci comunque, un’attesa oltre misura sui grandi temi di partecipazione popolare. Se la Lega rimarrà dunque in prevalenza un partito a vocazione maggioritaria, riuscendo a dare le carte anche in Sicilia, le europee e le amministrative a seguire, Corleone e Bagheria le tappe dei Comuni più vicini, saranno dei test elettorali di primo livello.
Per forza di cose infatti appuntamenti come le elezioni dei piccoli e medi centri sono il momento che più chiarisce il quadro esatto delle cose. Il sindaco Patrizio Cinque a Bagheria ha a disposizione un secondo mandato. Bisognerà capire quanto i dirigenti regionali e provinciali “grillini”siano disposti a investire su di lui per un’altra opportunità di mandato anche alla luce dei suoi recenti guai con la giustizia.
Bagheria potrebbe essere invece per i leghisti di Sicilia una tappa importante in cui intestarsi importanti battaglie di territorio. Siamo certi che a Candiani qualcuno lo avrà già sussurrato. Una tappa-pilota anche potenzialmente utile, per capire quanti tra gli antagonisti amici del centrodestra siciliano sono con la linea del commissario di Forza Italia Gianfranco Miccichè e quanti invece no.