Il centrodestra si riconferma anche questa volta. Le amministrative siciliane sono andate abbastanza bene e tra le vittorie c’è sicuramente la conquista di Catania che ha premiato l’esponente di fratelli d’Italia Enrico Trantino, eletto sindaco al primo turno, sfiorando il il 68% delle preferenze di voto, appoggiato da un’ampia lista che va da Forza Italia a Popolari e Autonomisti. A breve l’ufficialità dell’elezione a primo cittadino etneo.
Avvocato penalista e cassazionista, Trantino ci tiene a precisare che “Non è tempo di festa, ma di responsabilità. Essere sindaco non è un titolo, fregio o mostrina. Deve essere impegno a favore di una comunità. Perché ricominci a credere in se stessa e a nutrire la speranza di un cambiamento”, si legge su Facebook.
Quando sono state scrutinate poco più della metà delle sezioni, 179 su 336, il candidato del partito di Giorgia Meloni ha ottenuto 44.579 preferenze seguito dal candidato a sindaco del M5S Maurizio Caserta, che ha avuto 15.129 voti, pari al 22.79%. Il divario appare incolmabile e Caserta si è già congratulato con Trantino. “51 anni fa. Un bambino – scrive Trantino su Facebook – si affacciava su piazza Università durante il comizio di suo padre. Non ricordo cosa pensasse. Ma deve avere sognato che quel mondo incantato visto con gli occhi di chi è innocente, dovesse piacere alla folla festante. Quel bambino si fece adulto. E dalla stessa piazza parlò a tanta gente. Le illusioni di allora erano svanite, ma sapeva che molti riponevano fiducia in lui. E lo dimostrarono. Adesso – spiega il neo sindaco di Catania – quell’adulto deve dimostrare di avere meritato il consenso. Lo dobbiamo ai nostri figli a chi è rimasto indietro, a chi ha smesso di sperare, a una città straordinaria. Io – chiosa – amo Catania. Grazie noica”.
Epilogo positivo anche a Ragusa, dove stravince, anche lui a primo turno, il sindaco uscente Giuseppe Cassì, ottenendo oltre il 60% dei voti.
Uno spiraglio per il PD si apre a Trapani, con Giacomo Tranchida riconfermato sindaco della città. È un risultato significativo che dimostra il supporto e la fiducia della comunità
trapanese. Come sindaco rieletto, avrà l’opportunità di continuare a guidare la città e implementare le politiche e i progetti che ha proposto durante la sua campagna elettorale. “Il 30 giugno abbiamo la scadenza del Pnrr. Siamo pronti per gestire le risorse finanziarie. Adesso dobbiamo concretizzare il lavoro fatto in questi anni. Penso che il risultato sia ascrivibile a tutti gli uomini e tutte le donne che hanno condiviso questo cammino insieme a me. Ma dobbiamo questo soprattutto a questa città e al comprensorio. Un vero capoluogo deve riuscire a fare sistema anche con gli altri comuni. Il futuro è questo. Dobbiamo accelerare sul porto, faremo un ragionamento con il governo regionale per creare un hub aeroportuale Palermo-Trapani. Trapani deve rimettersi in cammino. Fatemi condividere un abbraccio corale. La nostra è stata una battaglia, un impegno per la città di Trapani. Il sindaco di una città dev’essere il sindaco di tutti”.
Critica la situazione a Siracusa dove quasi certamente si andrà al ballottaggio l’11 e il 12 giugno. Praticamente l’unico dei quattro capoluoghi di provincia al voto. A contendersi la fascia di primo cittadino il sindaco uscente Francesco Italia e Ferdinando Messina per il centrodestra.
Qualche piccola soddisfazione per i dem nei piccoli comuni, in provincia di Agrigento. “Il Pd vince le elezioni amministrative in 8 Comuni su 14. Gli elettori della provincia di Agrigento anche in questa tornata elettorale hanno dato fiducia al nostro partito ed ai nostri candidati”.
E’ il commento di Michele Catanzaro, capogruppo all’Ars e punto di riferimento del Partito Democratico in provincia di Agrigento.
“La credibilità non può prescindere dalla memoria storica delle azioni reali compiute in passato da chi chiede fiducia ai cittadini. In provincia di Agrigento – ha detto Catanzaro – abbiamo ritenuto affidabili i sindaci uscenti che si sono presentati al cospetto dei loro concittadini chiedendo un giudizio sul loro operato negli anni precedenti, ed abbiamo proposto tanti nuovi candidati giovani che fanno parte di quel processo di rinnovamento già cominciato con le precedenti tornate elettorali. I risultati sono stati molto positivi e ci convincono a proseguire questa strada – aggiunge Catanzaro – i cittadini hanno scelto persone che ritengono degne e con le quali condividono valori e obiettivi. I miei complimenti ed un grande augurio di buon lavoro a tutti i sindaci eletti”.
Il Partito Democratico non è il solo ad aver perso in questa tornata elettorale. Anche il M5S ha chiaramente fatto flop. Antonino Randazzo, consigliere comunale di Palermo lancia l’allarme. “Le elezioni amministrative sono sempre stato un punto debole del MoVimento 5 Stelle; questa volta è stata quasi una ecatombe. Nuccio Di Paola proceda a convocare urgentemente una assemblea a livello regionale per analizzare il catastrofico voto delle amministrative in Sicilia e su come cambiare passo promuovendo attività politica che miri a dare risposte alla quotidianità dei Siciliani e non finalizzata a selfie e post sui social . Avviamo finalmente un reale “radicamento “ del Movimento nei quartieri della grande città e nei comuni . Prima che sia troppo tardi”.