Sì sa che i veri amori non tramontano mai. Lo devono aver pensato anche Angelino Alfano e Silvio Berlusconi che – guarda caso – alla vigilia delle elezioni regionali siciliane e all’antivigilia di quelle nazionali tornano a flirtare politicamente.
E così, nelle scorse ore (e c’è da credere, anche nelle prossime) sui giornali e in tv sono apparse frasi già sentite, come “ricostruire una grande alleanza di centrodestra”, “unire in un’unica coalizione tutti i moderati”, “radunare tutte le forze alternative al Pd e ai grillini”, e così via…
Il banco di prova dell’amore sbocciato dopo anni di freddo e di ‘tradimenti’ è dato ovviamente dalle elezioni regionali siciliane del prossimo 5 novembre. Un’occasione troppo ghiotta per non approfittarne. E così, Silvio e Angelino si sono riavvicinati. Ufficialmente soltanto per provare a vincere proprio le regionali in Sicilia, ma è noto che l’Isola è da sempre laboratorio politico (così si dice) e dunque, c’è da scommettere che qualora l’alleanza si dovesse consumare su base regionale, sarà poi destinata ad essere replicata su scala nazionale.
Certo che dalle elezioni politiche del 2013 ne è passata acqua sotto i ponti, anche se… Anche se a quel tempo Berlusconi e Alfano erano uniti nel medesimo partito. Come sono poi andate le cose lo sappiamo: Alfano ha abbandonato il partito berlusconiano per creare il “Nuovo centrodestra”, allearsi con il centrosinistra di Renzi, diventando ministro del suo governo (e poi di quello Gentiloni), portando in dote una nutrita pattuglia di parlamentari transfughi da Forza Italia, così da garantire al Pd una risicata maggioranza al senato che altrimenti non ci sarebbe stata.
Alla luce dei recenti sviluppi (nonostante Berlusconi si ostini a dire che l’eventuale accordo con Alfano sarà limitato alla sola Sicilia) vengono alla mente le ipotesi di certi malpensanti (non noi, per carità), secondo cui la separazione fra Angelino e Silvio dopo le Politiche del 2013 sia stata più che consensuale, anzi di più… Secondo simili malelingue, infatti, fra i due vi sarebbe stato un inconfessabile patto di ferro, in base al quale Alfano avrebbe fondato il suo micropartito, per andare al governo con il Pd, scongiurando in tal modo che un esecutivo così composto potesse approvare leggi come il conflitto d’interessi (di cui effettivamente in questi anni non si è più parlato) o altri provvedimenti sgraditi al Cavaliere, ad esempio sulle emittenze televisive.
Patto – sempre secondo i malpensanti – ad orologeria, dunque destinato ad esaurirsi in prossimità delle successive elezioni politiche, per permettere che Alfano e i suoi potessero infine tornare alla casa paterna dopo anni di frequentazioni renziane. Insomma, se non si trattasse di politica sembrerebbe trovarsi dinanzi alla parabola del Figliol prodigo, con l’unica differenza che nel caso dell’abbandono di Angelino dalla casa di Forza Italia l’allontanamento sarebbe stato consensuale, ovvero con l’accordo di papà Silvio. Illazioni, di certo, dei soliti malpensanti, ripetiamo, che ipotizzano un simile patto diabolico fra i due…
Concludiamo qui questa nostra “non analisi” su quanto accadrà di qui a poco in Sicilia e nel resto del Paese, ricordando quanto disse Giulio Andreotti, citando la celebre frase di Papa Pio XI: “A pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina”.
Buon anticiclone a tutti… Non a caso, si chiama Lucifero.