I sindaci che se la son trovata all’opposizione, sanno non soltanto che è un osso duro, tenace e puntigliosa, ma anche che è competente, rigorosa e preparata. Antonella Russo, consigliera comunale del Pd, i voti se li è conquistati uno ad uno in una città che insegue populismi ed è refrattaria a dare spazio alle donne in politica. E’ lei l’ospite della 34esima puntata di donna Sarina.
Avvocato “mi son fatta da sola, lavoravo per mantenermi agli studi e sono orgogliosa della mia professione e dei risultati raggiunti”, consigliera comunale al terzo mandato “l’Aula per me è un luogo sacro, noi rappresentiamo tutti i cittadini, al di là dei partiti”, componente del coordinamento provinciale del Pd e della segreteria regionale dem (settore Università e ricerca). Sostenitrice della mozione Schlein sin dall’inizio: “Bonaccini rappresentava l’apparato, ho visto in lei la persona giusta, sta portando giustamente il partito a sinistra, ad essere attrattivo per quanti si avvicinavano e poi se ne andavano. Sta lavorando tantissimo, gira il Paese, sono ripresi i tesseramenti, la gente si sta riavvicinando al Pd”.
Candidata al Senato (collegio uninominale e nella lista plurinominale) era stata designata assessora dal candidato sindaco del centrosinistra Franco De Domenico. Adesso è all’opposizione di Basile: “I consiglieri Pd siamo due, io e Felice Calabrò, ma devo dire che parliamo per 22……”.
Si considera prima di ogni altra cosa “avvocato”, la professione che ha sempre voluto fare e che rappresenta per la sua vita politica un valore in più.
“C’è stato chi mi ha detto che sono brava in consiglio comunale ma che devo smettere di portare in Aula il mio essere avvocato…..Lo so, sono una rompiscatole, ma in politica ognuno deve portare quello che è. Lo ritengo un valore aggiunto. Chi fa il politico di professione non mi piace…. “.
Gli ultimi 10 anni quindi li ha fatti all’opposizione di Accorinti, Cateno De Luca e Federico Basile, un’esperienza che forma, così come la candidatura al Senato (erano quattro le candidate all’uninominale, tutte donne).
“E’ stata davvero una bella esperienza che mi ha permesso di girare tutta la provincia ed anche Enna. Abbiamo avuto un buon risultato ed è per noi un orgoglio perché voglio ricordare che alle Politiche del 2018 non c’era in campo Cateno De Luca, quindi mantenere il punto è stato un ottimo esito. E’ stato bello anche dopo gli esiti incontrare le persone che mi dicevano ti ho votata, al di là del risultato, è quello che conta”.
Ad inizio 2022 quando a Messina dal dibattito politico sembrava emergere l’ipotesi di candidate sindaco Antonella Russo era tra i nomi del Pd e del centrosinistra, poi la conclusione fu che tutti i candidati alla carica di sindaco sono stati uomini…..
“Sento fortemente nell’animus del cittadino la voglia di potere votare una donna. In quelle settimane avvertivo proprio, anche tra le donne, il desiderio di esprimere una candidatura al femminile. La città lo vuole, è pronta ed io mi riferisco ad un vertice istituzionale non soltanto al Comune. Penso pure all’Università, ad una rettrice, c’è una candidata, Giovanna Spatari. C’è davvero la possibilità di eleggere le donne ai vertici dei Palazzi. La donna è pratica, concreta, dirime i conflitti, l’uomo si perde in mille rivoli. Vedere ancora nei convegni 8 relatori e al massimo una relatrice, o nei tavoli istituzionali è bruttissimo, non se ne può più”.
Per Antonella Russo il consiglio comunale è la casa dei cittadini, essere votati dai cittadini è diverso rispetto alle nomine “ho il totale rispetto per il sindaco e per i consiglieri comunali perché l’Aula rappresenta tutta la città”.
Mamma orgogliosa di Alessia “le ho sempre detto di essere libera ed avere sempre empatia per i più deboli e per chi è in affanno. Le dico: puoi fare qualsiasi cosa purchè ti impegni e sai che devi metterci fatica”.
E sono stati questi gli ingredienti che ha messo nella sua carriera di avvocato, che si è costruita pezzo per pezzo, lavorando per mantenersi agli studi e diventare indipendente: “Il lavoro per me è la priorità assoluta, il politico deve dare al servizio della collettività”.
E poi c’è Ciro, il cocker che lei non voleva assolutamente e che invece, come accade sempre, “mi ha insegnato a superare i miei limiti, i paletti che mettevo nella vita quotidiana, ai miei ritmi”