“Occorre una rimodulazione che consenta una deroga, da concordare se necessario con il governo nazionale, per rivedere il limite dello 0,55% considerato che ci si trova davanti a una norma di prima applicazione in via transitoria per consentire alla macchina regionale di riorganizzarsi attraverso la riclassificazione di tutto il personale regionale in un nuovo sistema classificatorio e non nella previsione di semplici progressioni di carriera a regime come, invece, previsto in ambito nazionale: ambito in cui in questi ultimi venti anni, più volte, si è proceduto a procedure di progressioni di carriera, mentre in Regione Siciliana da ben 21 anni non è stata attivata alcuna procedura di progressione circostanza che richiede appunto una norma di prima applicazione attraverso la contrattazione sindacale. In definitiva si sottolinea che non si chiedono ulteriori risorse oltre quelle già stanziate ma semplicemente la possibilità di utilizzare le risorse già stanziate per il rinnovo contrattuale anche ai fini della riclassificazione con una norma di prima applicazione per tutto il personale“.

Lo dicono i segretari generali Cobas-Codir Dario Matranga – Marcello Minio riferendosi alla decisione della giunta regionale che con delibera n. 135 del 23 marzo 2022, ha impartito la direttiva all‘Aran Sicilia per il rinnovo del contratto di lavoro per il personale del comparto non dirigenziale della Regione Siciliana e degli Enti di cui all’articolo 1 della legge regionale 15 maggio 2000, n 10. Per il triennio 2019-2021, nella parte riguardante il quadro finanziario ha richiamato una norma nazionale contenuta nel comma 612 del dell’articolo 1 della legge 30 dicembre 2021, n. 234, ponendo il limite dello 0,55% del monte salari 2018 come limite della spesa da destinare alla riclassificazione del personale regionale decretando di fatto non solo un limite di spesa ma anche un limite oggettivo alla possibilità di potere riclassificare il personale regionale, dice il sindacato.