Tensione altissima all’Ars. Il governo oggi non ha inviato i documenti finanziari come promesso da Crocetta ai capigruppo nell’ultima conferenza. E il presidente dell’Assemblea, Giovanni Ardizzone, lo ha bacchettato davanti ai deputati leggendo la missiva che ha trasmesso al governatore nella quale giudica “inammissibile” il ritardo. Toni decisi quelli di Ardizzone che ha voluto rimarcare le prerogative del Parlamento e gli oneri del governo, cui spetta di presenetare la manovra in tempi “scanditi dalla normativa” e “abbondantemente trascorsi”.
Tant’è che Ardizzone ritiene a questo “punto assolutamente necessaria la presentazione, congiuntamente ai documenti finanziari, del disegno di legge di esercizio provvisorio proprio per evitare quella interruzione dell’attività amministrativa che porterebbe un grave nocumento alla società e all’economia siciliana, con particolare riferimento alla necessità di assicurare le risorse finanziare idonee a garantire la proroga dei precari“. Avvertito dai suoi, Crocetta si è immediatamente precipitato a Palazzo dei Normanni chiedendo un colloquio ad Ardizzone che ha ceduto il testimone dei lavori parlamentari per accoglierlo nella Torre Pisana. Parlando con il presidente dell’Assemblea, il governatore ha consegnato parte dei documenti finanziari, ovvero la legge di stabilità composta da quindici articoli . Crocetta ha assicurato che domani completerà l’inoltro con il resto dei documenti contabili.
Che ci sia un clima di smobilitazione lo dimostra un altro episodio: la commissione Bilancio stamani avrebbe dovuto esaminare il documento di programmazione economico-finanziaria (Def). Riunione disertata proprio dalla maggioranza che sostiene il governo Crocetta. Un segnale inequivocabile che la strada della manovra è tutta in salita e che a questo punto rischia di saltare. Giovanni Di Giacinto, capogruppo del Psi, non usa mezzi termini: “Nella maggioranza ormai è evidente lo sbando. In commissione Bilancio abbiamo registrato tantissime assenze al punto che è saltata l’approvazione del Def“. E il parlamentare, un tempo fedelissimo di Crocetta nel ‘Megafono’ da cui ha poi preso le distanze, ricorda che “senza il varo di questo atto importante e propedeutico non si potrà procedere all’iter di esame del bilancio e della finanziaria“. In commissione, rivela Di Giacinto, “eravamo presenti in sei. Con me c’erano solo i colleghi Cimino, Cancelleri, Di Pasquale, Anselmo e Lupo“.