Il confronto tra Regione e ministero degli Affari regionali, sulle nuove norme di attuazione in materia finanziaria, sarà solo il primo spunto dal quale si potranno maturare i primi indicatori da parte del governo nazionale rispetto al complesso e articolato piano di rivendicazioni della Sicilia.
“La piattaforma negoziale – spiega l’assessore all’Economia, Gaetano Armao– in questa prima fase di interlocuzione romana verrà discussa a partire dal primo agosto”.
Un tunnel lungo al termine del quale l’esecutivo guidato da Nello Musumeci spera di portare a casa risorse importanti.
Intanto la sentenza 152 del 2018 della Corte Costituzionale ha dato ragione alla Sicilia sulla possibilità di integrare la disciplina dei tributi, in particolare in questo caso sulla tassa automobilistica regionale. Un contenzioso che traeva origine dal passato e si è articolato nel tempo. Ne esce rafforzato il riconoscimento della autonomia siciliana proprio nell’imminenza del confronto con il ministero che si terrà a breve.
La legge 11 agosto 2015 ha istituito la tassa automobilistica regionale, che da tributo erariale fu così regionalizzato. Oggi il bollo auto in Sicilia viene riscosso dall’Aci dopo che la legge approvata dall’Ars ha di fatto allargato la platea di coloro che possono riscuotere il tributo.
La Corte Costituzionale ha fatto notare che la Regione siciliana “ può deliberare, con legge regionale, tributi propri, disciplinando in modo originale tutti gli elementi del prelievo, anche quelli fondamentali, nel rispetto dei principi del sistema tributario italiano così come sancito dall’articolo 6, comma 2, delle norme di attuazione del 1965”.
Novità in arrivo per quanto riguarda invece il controllo sulle partecipate: “Con l’articolo 2 della legge 10 del 2018 – spiega Armao – abbiamo introdotto un meccanismo molto stringente di accertamento e riscontro sulle società partecipate, accorciando la catena di controllo. La circolare andrà a breve in commissione Bilancio per il parere e poi sarà emanata”.