Solidarietà all’Ucraina e ricerca della pace dopo l’attacco della Russia di Putin, è l’ordine del giorno approvato oggi dall’Assemblea regionale siciliana su proposta del gruppo parlamentare di Diventerà Bellissima e di Attiva Sicilia, presentato all’aula dalla presidente della IV Commissione dell’Ars Giusi Savarino, portavoce del movimento del presidente della Regione Nello Musumeci.
“La preoccupazione che ha svegliato tutti noi stamattina rispetto alla guerra iniziata in maniera unilaterale dalla Russia in Ucraina è diffusa, – commenta la deputata di DB – perciò ritenevo importante segnare questa giornata con un pensiero intanto ai caduti di questa notte e per quelli che purtroppo temiamo esserci se le diplomazie non riescono ad ottenere una tregua e una pace. Come gruppo parlamentare di DB e Attiva Sicilia abbiamo presentato questo ordine del giorno per dare un segnale forte da parte dell’Ars di impegno, per cercare di avviare una soluzione di pace e, contemporaneamente, marcare la distanza rispetto a questi atti gravi che la Russia sta perpetrando, dare solidarietà a tutto il popolo ucraino ingiustamente colpito, chiedendo al governo regionale e nazionale di attivare tutte quelle misure che possano in qualche modo cautelare la Regione Siciliana rispetto alle conseguenze che le sanzioni internazionali, comprese quelle italiane, nei confronti della Russia, determineranno, soprattutto sul piano energetico”.
Così ha concluso Savarino, auspicando una serie di politiche a sostegno dell’economia evitando che questa guerra in Europa possa cagionare un danno enorme per la Regione, soprattutto in un momento in cui la Sicilia si adopera per la ripresa dopo la pandemia da Covid- 19.
Passando ai lavori d’aula previsti, nell’agenda di Sala d’Ercole la discussione della rubrica “Agricoltura, sviluppo rurale e pesca mediterranea”. L’interpellanza è stata rivolta direttamente all’assessore al ramo Toni Scilla sul mantenimento in vita dei centri di recupero della fauna selvatica della Regione. Essi sono distribuiti su tutto il territorio dell’Isola, esattamente uno per provincia, per accogliere, assistere, riabilitare e reintrodurre in natura gli animali appartenenti alla fauna selvatica.
La richiesta che è arrivata dalle opposizioni è quella di avviare ogni misura possibile perché quanto prima i Centri regionali di fauna selvatica, a rischio chiusura, siano messi nelle condizioni di svolgere l’importantissimo ruolo a salvaguardia delle specie selvatiche marine e terrestri e conseguentemente rimpinguare il capitolo a ciò destinato, prevedendo, già nella prossima sessione finanziaria, strumenti economici che, nel garantire l’erogazione dei fondi, possano assicurare la prosecuzione di questa azione.
“Rispetto a quelle individuate, il governo precedente aveva attuato una spending review che aveva portato alla chiusura di alcuni centri di recupero – spiega Scilla – tra cui quello di Valcorrente a Catania, all’interno della quale c’era pure il recupero di tartarughe marine di Comiso. Nonostante le difficoltà economiche, non di poco conto, il governo Musumeci, ritenendoli comunque organi importanti, tramite l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale per la Sicilia, ha chiesto e ottenuto il riconoscimento del centro regionale di recupero delle tartarughe marine, riconosciuto anche come centro di monitoraggio e controllo di tartarughe marine e cetacei in quanto istituzione scientifica di rilievo internazionale”.
Dunque “Stiamo verificando se ci sono le condizioni, soprattutto economiche, di fare una sintesi di quelle che possono avere una visuale complessiva e rappresentare tutti i territori rispetto ai ruoli specifici di questi centri” .
Per il settore agroalimentare, e richiamando il decreto legge liquidità nato per fronteggiare l’emergenza sanitaria – e di riflesso anche economica – da Coronavirus, l’esponente dell’Esecutivo Musumeci ha poi ricordato che l’Ars aveva stanziato 15 milioni per realizzare un bando e dare sostegno finanziario a tutti i produttori agricoli e “siamo pronti ad emanare i relativi decreti” ha aggiunto Scilla durante il suo intervento in aula. Per il comparto pesca, l’altra misura di 20 milioni di euro, che prevedeva una indennità pari a 1000 euro per ognuno dei 5000 pescatori siciliani, sempre legata all’emergenza Covid, e il contributo per gli armatori.