Dopo l’approvazione dell’esercizio provvisorio, maturata in un clima di ampia precarietà di cui la maggioranza di Musumeci non avvertiva francamente il bisogno, il parlamento siciliano, che ha appena insediato le sue commissioni permanenti, prova a far chiarezza. Al centro, alcuni dei temi che in un modo, o in un altro, dovranno fare parte dell’agenda dei capigruppo di maggioranza.
Con l’approssimarsi delle elezioni politiche del prossimo 4 marzo, l’Aula rischia peraltro un prolungato stop, non proprio il biglietto da visita ideale della coalizione che sostiene il governo di Nello Musumeci, uscita dalle urne il 5 novembre scorso in nome di una discontinuità di comportamenti rispetto al passato, ma che deve trovare ancora una conferma nei fatti.
Le commissioni, in realtà, hanno poco al momento da discutere. Se infatti Musumeci, in occasione della conferenza stampa sull’emergenza rifiuti, ha annunciato di volere modificare la legge quadro di riferimento nel settore, la tempistica di questo e di altri ddl, appare incerta e ancora poco definita.
Incombe in questi giorni, inoltre, la nomina del sostituto di Vincenzo Figuccia ai Rifiuti, con Musumeci orientato a pescare al di fuori delle designazioni dei partiti (Udc compreso). È altrettanto improbabile però che i centristi, Cesa compreso, siano disposti a perdere una pedina così importante nella scacchiera delle postazioni di governo.
Né per quanto riguarda il dipartimento di Viale Campania, è meno importante la partita sugli ato idrici, con interi territori, come quello di Agrigento che attendono risposte su reti e infrastrutture.
Altro tema caldo su cui Musumeci è atteso con interesse è quello della governance delle ex Province: “adesso non vorremmo che anche lui continuasse a nominare commissari”, fa filtrare un esponente autorevole della maggioranza di governo, per il quale bisogna accelerare nella direzione del ritorno al voto.
Su questa strada, del resto, per gli enti di area vasta, si è giocata un’importante sfida elettorale del centrodestra, che punta, senza mezzi termini alla nomination di un suo uomo per Palermo, dopo aver dato il via libera a Musumeci per palazzo d’Orleans, rinunciando anche a designare il candidato a sindaco contro Orlando.
Ecco dunque che agenda legislativa ed esigenze generali, ma anche di dettaglio della politica regionale, tornano a incrociarsi. Certo è che la grande scommessa dei partiti in vista delle politiche non potrà consentire ‘marce forzate’ all’interno del cammino dell’Ars. Un modo come un altro, quindi, per attendersi lunghe pause di riflessione per una maggioranza “ballerina” che qualcuno spera di poter consolidare con alcuni delusi di “Sicilia Futura” (D’Agostino in testa) e con i pezzi di centrosinistra che cominciano, con evidenza, a scricchiolare.