Prende il via venerdì 25 ottobre a Palermo l’ottava edizione di I-design, la design week, curata da Daniela Brignone, che per il 2019 ha scelto come tema Living the life, vivere la vita, per rivelare l’assoluta centralità dell’individuo nel design in qualità di fruitore, progettista e produttore.
Il tema di I-design trova ispirazione nel colore Pantone dell’anno 2019, il living coral, sinonimo di leggerezza, gioiosità, vivacità cromatica e socievolezza. Un invito a godere della vita, con un’attenzione all’individuo e al suo ruolo nel mondo, oltre che all’ambiente.
Venerdì 25 ottobre saranno inaugurate diverse mostre, che resteranno allestite fino al 3 novembre. L’ingresso a tutti gli appuntamenti è libero.
Presso lo Spazio Centotre (via Principe di Belmonte 103), alle ore 19, si inaugura la mostra “Una goccia d’inchiostro, un milione di parole e note”, a cura di Maria Gabriella Pantalena, che riunisce 48 antichi calamai provenienti da una collezione privata.
La collezione è frutto di una passione nata nella lontana Istanbul oltre 45 anni fa dove, nella villa di Pierre Loti (pseudonimo dello scrittore francese Louis Marie Viaud, ufficiale di marina stregato da Costantinopoli), era esposto un calamaio all’interno di una vetrina.
Così prende l’avvio la collezione che ad oggi conta circa 500 pezzi, con la convinzione che i calamai avrebbero potuto “trasmettere” alla penna di chi li usava sentimenti e decisioni spesso unici nella storia dell’intera umanità.
E alle 19, sempre nello Spazio Centotre, si inaugurano altre due mostre: “Alexander Blackwood Jewels” che raccoglie i preziosi e affascinanti gioielli del designer canadese Alexander (Sasha) Blackwood, e “Sicilia Mia, Natura” che consente di ammirare le mises en place del ragusano Peppino Lopez, con temi e materiali provenienti dalla Sicilia.
La produzione di Alexander (Sasha) Blackwood, designer di gioielli proveniente da Montreal, in Canada, vincitore di premi internazionali e di menzioni d’onore, si ispira alla natura. Le esperienze di vita, la passione per l’architettura e il minimalismo, l’attenzione per l’ambiente e ai suoi elementi sono le componenti di un linguaggio che lo ha reso noto in America.
Sasha lavora con vari metalli preziosi. Ama sperimentare con elementi differenti come la radica, la plastica, i metalli insoliti o altri materiali durevoli e lavorabili. Il suo design trae ispirazione dalle sue esperienze di vita, dal suo amore per l’architettura, per la natura e per il minimalismo. Ama giocare con i contrasti tra il mondo naturale e quello manifatturiero, esaltare le trame, come la corteccia degli alberi, le curve grezze e il movimento che si trovano nella natura e nei colori della natura. Una fonte di ispirazione è per lui anche il mare, i colori delle pietre, la sabbia, le conchiglie e le loro forme.
Sugli stessi temi si muove Peppino Lopez che fa riferimento ad una mediterraneità e, in particolare, a materiali e ispirazioni siciliani per la realizzazione dei suoi oggetti per la tavola. Un omaggio alla sua Sicilia, a quell’immenso territorio che è insieme patrimonio naturale e culturale, che nell’esaltazione della forma, pura ed essenziale, intende rinnovare un appello anche alla custodia, alla salvaguardia di ciò che nei secoli l’incuria dell’uomo ha contaminato, modificato e distrutto.
Questo è il leitmotiv della nuova collezione di piatti “Sicilia Mia Natura” del designer ragusano Peppino Lopez, una capsule collection, composta da quattro serie: Brezza Marina, Ceppo, Lava, Radici. È la Sicilia che è insieme mare, terra, fuoco e aria, come i quattro elementi naturali, foggiata con mani sapienti e generose, utilizzando a supporto solo elementi raccolti da un sottobosco che ha l’odore del legno bagnato di rugiada, dalle lingue di fuoco che rugano i fianchi del vulcano più alto d’Europa, dalla battigia di una spiaggia, disegnata dalle maree.
Una Sicilia che è anche memoria e storia, che affonda le sue radici nelle tante sovrapposizioni di usi, tradizioni e contaminazioni culturali dei popoli che l’hanno abitata. Sono 16 piatti – scultura quelli di Lopez (quattro per ogni serie) contraddistinti dalla forza del segno che rievoca immagini intimamente legati alla terra di Sicilia. Questi gli orari delle tre mostre allestite presso Spazio Centotre: mar. sab. 10,30-12,30/16,30-19,30; lun. 16,30-19,30.
Sempre venerdì 25 ottobre, dalle 18,30 nelle vetrine di Spinnato in via Principe di Belmonte 111, è ospitata la mostra “Packaging per la Pasta Ucciardone”: un’esposizione di prodotti di design progettati e realizzati dagli studenti di primo anno del corso di Laboratorio di design di prodotto e di comunicazione tenuto da Angelo Pantina, con la collaborazione di Angelo Dolcemascolo, Giuseppe Marco Serio, Andrea Spinella, Laura D’Angioli. Lo spirito della mostra si potrebbe sintetizzare nello slogan “dalla formazione alla produzione”. I progetti realizzati si connotano per una forte ricerca identitaria della cultura siciliana.
Il progetto “Ucciardone” nasce nel 2017 dalla visione dei fondatori del pastificio GiglioLab e dalla Casa di Reclusione “Calogero di Bona”, cui fa seguito una convenzione tra il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo e il pastificio allo scopo di stabilire un rapporto di collaborazione scientifica e di ricerca per lo sviluppo di idee progettuali dalla fase ideativa alla realizzazione di prototipi, in vista di un’eventuale produzione industriale.
L’obiettivo è quello di creare una nuova impresa sociale autonoma e competitiva sul mercato della produzione di pasta secca di grano duro di Sicilia presso la V Sezione del Carcere Ucciardone che porti non solo all’inserimento lavorativo dei detenuti coinvolti, avviando un processo di rieducazione in carcere, ma soprattutto alla possibilità di creare un nuovo marchio produttivo che possa diffondere la grande qualità del grano duro siciliano. Un’esposizione di packaging, portatrice di un forte messaggio sociale, che vuole dimostrare alla città come dal processo formativo si possa giungere alla professione di designer, pur nell’estrema difficoltà del contesto.
I-design è patrocinata dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo e dal Comune di Palermo.