“La bellezza perisce nella vita, ma è immortale nell’arte”. Leonardo Da Vinci.
L’Arte Concettuale e l’Arte Povera sono due correnti nate in periodi di rottura con il passato, dove gli artisti esprimevano una voglia di cambiamento e di tensione libertaria.
Negli ultimi anni, però, alcuni critici e storici dell’arte stanno rivalutando il concept di queste correnti poiché, secondo loro, non esprimono la bellezza.
A parlarne a ilSicilia.it è lo Storico e Critico dell’Arte Giorgio Gregorio Grasso.
Tra emozione estetica e provocazione
“La bellezza è qualcosa che ti arriva per mezzo degli occhi. E poi arriva alla mente, al cuore e all’anima. L’arte, quindi, deve dare un’emozione estetica”, sostiene Grasso.
E secondo lui: “Per le opere come la “Merda d’Artista” di Piero Manzoni, o la “Banana Cattelan”, o la “Fontana” di Marcel Duchamp, facciamo un Museo delle provocazioni”.
Ma le emozioni estetiche non riguardano anche le sensazioni sgradevoli e negative?
Per Fëdor Michajlovič Dostoevskij la bellezza è enigmatica. E’ difficile da valutare e bisogna avere anche una preparazione per farlo, ma c’è chi, come Oscar Wilde, sostiene che “Guardare una cosa è ben diverso dal vederla. Non si vede una cosa finché non se ne vede la bellezza.”
E voi che ne pensate?