Un allarme sulla realizzazione entro le scadenze previste dal Pnrr dei nuovi 6.451 posti di asilo nido e sulla successiva gestione dei nuovi ma anche dei vecchi posti, è stato lanciato da Cgil, Spi, Fp e Flc, regionali nel corso di un incontro dei rappresentati delle quattro sigle con il presidente e il segretario dell’Anci Sicilia, Paolo Amenta e Mario Alvano.
I sindacati hanno sollecitato un monitoraggio sullo stato dell’arte ma anche un’assembla di tutti i soggetti interessati, che prenda in esame pure il tema della gestione dei nidi. Sono assegnati alla Sicilia 145 milioni per nuovi posti nido in 132 comuni, ma questi ultimi dovranno presentare i progetti entro il 31 ottobre, pena la perdita delle risorse.
Dall’Anci, riferiscono i sindacati, “è venuta piena disponibilità a monitorare la situazione e a fare un focus su tutti i problemi sul tappeto”. Con i nuovi posti la disponibilità per bambino nella fascia 0/2 anni salirebbe dal 12% al 20%, restando tuttavia distante dal target europeo fissato nel 33%. I timori di Cgil, Spi, Funzione pubblica e Flc – che hanno partecipato all’incontro con Gabriella Messina, Elvira Morana, Concetta Raia, Giovanni Cammuca e Paolo Italia– riguardano non solo la parte della costruzione, per quantoa attiene alla tempistica, ma anche la gestione dei nidi. Dal 30 giugno infatti non sono più a disposizione le risorse del Pac (programma nazionale “Servizi di Cura all’infanzia e agli anziani non autosufficienti”) e “se non si individuano nuove risorse – hanno detto i sindacalisti- sono a rischio la gestione di tutti gli asili nido, vecchi e nuovi posti”, così come i servizi verso le persone anziane e non autosufficienti.
Per i sindacati “bisogna sollecitare la riprogrammazione del Pac e le istituzioni devono fare pressing al riguardo, ma il governo regionale deve anche fare una ricognizione delle risorse possibili, a partire da quelle non impegnate del piano regionale del 2017, perché è chiaro che i comuni non ce la possono fare da soli. Se ciò non avviene si abbasserà la percentuale dei posti nido all’8%, ma anche quelli di tutti i servizi sociosanitari”.
“Abbiamo già chiesto una convocazione sul tema, ma non abbiamo ancora ricevuto risposta. Privare la Sicilia di questa opportunità– sostengono Messina, Morana, Raia, Italia e Cammuca- sarebbe grave . Per la Sicilia raggiungere il target minimo previsto per gli asili nido come livello essenziale è un obiettivo ineludibile, essendo questa una regione con un elevato tasso di disoccupazione femminile, di dispersione scolastica e di migrazione giovanile. Criticità – concludono– che aumenteranno con l’autonomia differenziata”.