“Oggi il Consiglio Comunale, per volontà della maggioranza e dell’opposizione che fa politica scendendo in piazza con le mani sui fianchi, non ha approvato l’inserimento nell’elenco delle opere pubbliche da realizzare, per la prossima annualità, dell’Asilo Nido di Brancaccio ‘I Piccoli di padre Puglisi’, tanto voluto dal beato. Pertanto, a noi familiari di don Pino sorge spontanea una domanda: chi ha interesse a non costruire l’asilo nido a Brancaccio? La risposta, parimenti alla domanda, nasce spontanea: la mafia”. Lo dicono i familiari di don Pino Puglisi.
“Abbiamo atteso 25 anni – aggiungono – l’arresto di Totò Riina, 43 anni quello di Bernardo Provenzano, 30 anni per Matteo Messina Denaro e 31 anni per la costruzione dell’asilo nido… che purtroppo non vedrà luce”. “Come mai tutto questo tempo per affermare semplicemente i diritti dei bambini, legalità e giustizia? In 31 anni si sono avvicendate al governo di questa città tutte le forze politiche dell’arco costituzionale, si sono avvicendati nel governo dell’arcidiocesi di Palermo cardinali e vescovi”.
“Ma questo asilo ancora non sorge – aggiungono i familiari -. Ora potete trovare tutte le scuse che l’ingegno umano può partorire, potete fare appello al politichese o al populismo, potete anche richiamare la schiera corporativa e infinita dell’antimafia e della legalità. Ma, mentre voi gridate e sgomitate nel mettere sul piatto le vostre giustificazioni, la mafia alleva bambini alla propria scuola, sussurrando parole di vendetta contro quella parte minuscola delle istituzioni e degli uomini, come il nostro caro Pino, che hanno tentato di sconfiggerla”.
“La maggior parte del popolo siciliano – concludono i familiari di don Puglisi – è affamato di mafia e voi, con il vostro atteggiamento e comportamento, con l’ignavia che vi ha contraddistinto in questi 31 anni, ne stuzzicate l’appetito. Gaetano Puglisi, il fratello maggiore di Pino, non ha avuto questo dono di vedere costruire l’asilo nido a Brancaccio. Franco, fratello più piccolo di Pino, spera di vederlo realizzare, ma il suo stato di salute non depone a suo favore e, quindi, forse (ci auguriamo di no), non lo vedrà neanche lui. Il resto della famiglia continuerà a ‘sperare’ e non possiamo farne a meno, proprio in questo anno giubilare sulla speranza, indetto da Papa Francesco. Ma sappiate che per tutti quelli che in questi 31 anni non ne hanno permesso la realizzazione, non ci sarà Porta Santa che li perdonerà”.