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Su delega della Procura della Repubblica di Palermo, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Capoluogo e l’Unità Operativa di Polizia Giudiziaria del Comando di Polizia Municipale hanno eseguito, nella mattinata di oggi, un’ordinanza di applicazione della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla P.G., emessa dal Gip del Tribunale di Palermo, a carico di 18 dipendenti comunali che dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati di falsa attestazione di presenza in servizio e truffa ai danni dell’Amministrazione Comunale.
L’attività investigativa, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, si è sviluppata dopo alcune segnalazioni anonime a seguito delle quali venivano avviati due differenti filoni d’indagine condotti dalle due Forze di Polizia, che facevano emergere un pervasivo fenomeno di assenteismo dal lavoro di molti dipendenti dell’ufficio comunale competente per gli impianti cimiteriali, i quali attestavano falsamente gli orari di svolgimento delle proprie mansioni, traendo in inganno l’amministrazione di appartenenza, in violazione dei doveri di fedeltà e diligenza dei pubblici dipendenti.
In particolare, l’attività d’indagine svolta dal Carabinieri si è concentrata sulle assenze dei dipendenti, sia comunali che delle società partecipate Reset e Coime, che prestano servizio all’interno degli uffici dei Servizi Cimiteriali del Comune di Palermo, siti in via Lincoln. All’esito di tale articolata attività d’indagine, caratterizzata dall’esecuzione di numerosi servizi di osservazione e da mirati riscontri documentali, i Carabinieri constatavano come un elevato numero di impiegati comunali effettuavano, sia timbrature anche multiple per conto di altri colleghi al fine di attestarne falsamente le loro presenze in servizio, sia allontanamenti autonomi non giustificati.
Nel corso di 5 mesi d’indagine, i Carabinieri hanno documentato quasi 2.000 “timbrature sospette”, di cui 240 sviluppate e contestate, e ciò a testimonianza del fatto che si trattasse di un fenomeno diffuso e generalizzato tra gran parte dei dipendenti dell’ufficio comunale.
L’attività investigativa dell’Unità Operativa della Polizia Municipale si è concentrata, invece, su un’aliquota di dipendenti comunali addetti ai servizi di assistenza ai funerali e pertanto impiegata prevalentemente in mansioni esterne. Anche tale attività d’indagine, caratterizzata dall’esecuzione di mirati servizi di osservazione e riscontri documentali, ha evidenziato un diffuso e pervasivo fenomeno di assenteismo ingiustificato tra i suddetti impiegati comunali che, spesso, piuttosto che espletare i loro compiti di assistenza, si intrattenevano in giro per la città a svolgere attività personali o rientravano in ufficio in anticipo rispetto all’orario previsto, senza darne attestazione.
Nel complesso, l’indagine ha consentito di ricostruire condotte penalmente rilevanti su 55 impiegati, ovvero più di un terzo dei circa 150 dipendenti che prestano servizio presso l’ufficio dei Servizi Cimiteriali del comune di Palermo.
Tra questi, il G.I.P del Tribunale ha ritenuto di applicare la misura cautelare nei confronti di coloro i quali, avendo perpetrato un numero cospicuo di episodi delittuosi o avendo una particolare personalità desunta da pregressi precedenti penali, sussista un rischio concreto ed attuale di reiterazione del reato.
IL COMMENTO DI ORLANDO, GIAMBRONE E MARINO
“Grande apprezzamento per l’attività di indagine della Polizia municipale e dei Carabinieri che ha permesso di individuare, con la massima collaborazione dell’Amministrazione comunale, un altro dei tasselli della gravemente difettosa situazione dell’ufficio che si occupa della gestione dei cimiteri comunali”. Lo dichiarano il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il vice sindaco Fabio Giambrone e l’assessore Sergio Marino, in merito all’operazione che ha portato a 18 misure cautelari per altrettanti dipendenti ritenuti “assenteisti”. “Ai provvedimenti dell’Autorità giudiziaria – spiegano – seguiranno, oltre alla ovvia costituzione di parte civile, da subito delle severe misure disciplinari, commisurate alla gravità dei comportamenti che hanno arrecato un danno gravissimo non solo all’immagine dell’Amministrazione, ma soprattutto ai servizi resi ai cittadini e, in particolare, ai familiari dei defunti. Anche come forma di rispetto nei loro confronti queste misure disciplinari saranno ai massimi livelli consentiti dalla normativa e dai contratti di lavoro”, concludono.