Niente di nuovo sul fronte Asu. O quanto meno niente di decisivo.
Domani a Palazzo d’Orléans è previsto un incontro tra il governatore regionale Renato Schifani e Anci Sicilia per capire quale sarà il destino degli Asu, dopo il nulla osta da Roma per la stabilizzazione arrivato mesi fa. Questo è l’ultimo aggiornamento di una questione aperta da oltre vent’anni che riguarda un esercito di 4.600 persone precarie e i Comuni dell’Isola, quali soggetti utilizzatori dei lavoratori socialmente utili chiamati a contrattualizzare il bacino con risorse proprie. Un problema per gli enti locali, almeno per quelli dalla stabilità finanziaria incerta e dai bilanci in rosso.
Oggi invece alle 11:30, i sindacati incontreranno, sempre negli uffici della presidenza, il presidente della Regione e gli assessori all’Economia e alla Funzione pubblica – rispettivamente Marco Falcone e Andrea Messina- per un confronto sulle intenzioni e iniziative che il governo siciliano intende proporre con la Legge di Stabilità finanziaria e il bilancio 2024-2026 “con particolare riguardo alle misure per il personale dipendente“, si legge nel documento. E tra le discussioni da affrontare c’è il tema degli Asu.
Il documento in questione contiene la garanzia delle risorse per consolidare le misure di fuoriuscita dal bacino del precariato nei diversi settori della pubblica amministrazione, prevedendo anche le integrazioni orarie al personale Asu impegnato nei settori strategici dello sviluppo, della cultura e della promozione turistica della Regione. Con l’assunzione a tempo determinato da parte della Sas ci si avvia alla chiusura delle vertenze dei lavoratori ex Pip, rimanendo in tema di precari. Già appostate le risorse utili alla stabilizzazione del 50% (1166) dei lavoratori impegnati nei diversi dipartimenti dell’amministrazione regionale.
Questa, almeno, è la narrazione portata avanti nelle ultime settimane dal governo regionale che si prepara agli adempimenti preliminari per le soluzioni da adottare.