Il Movimento 5 stelle, in queste ore, sta vivendo un momento particolarmente difficile. Alla faccia del risultato emerso dalla piattaforma Rousseau, le pagine facebook di Luigi Di Maio e di Beppe Grillo sono invase da insulti di attivisti e simpatizzanti che non hanno digerito il governo con il Pd. La nomina di Gentiloni a commissario Ue, poi, quello stesso gentiloni che era stato l’ultimo premier del Pd renziano, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Che l’alleanza con il Pd non fosse indolore lo si immaginava, ma adesso il rischio è che il M5s imploda, in un crollo di consensi senza precedenti, molto peggiore di quello che si sarebbe consumato se si fosse andati alle urne.
“Non riconosco più il mio Movimento”. Comincia così un lungo post del parlamentare europeo M5s Piernicola Pedicini, che lancia accuse pesanti: “Siamo costretti ad assistere inermi alla consegna dell’Italia al PD in Europa, alla consegna dell’Italia ai signori dell’austerità ai signori dei meccanismi europei che hanno strangolato le nostre attività produttive, a quelli che hanno messo in ginocchio le nostre piccole e medie imprese, a quelli che hanno affossato il Sud. Mi dispiace tanto, ma questo proprio non lo posso accettare”.
Critiche anche da un altro deputato europeo, Ignazio Corrao, che si domanda se c’è da essere contenti della composizione del governo M5s – Pd: “Il PD – afferma l’europarlamentare grillino – ha praticamente lottizzato tutto ciò che ha rilevanza europea (e questo significa tanto anche per tutto ciò che poi avviene nel secondo livello, ossia tutte le nomine e i funzionari in UE), ma alla fine la finanziaria si scrive in Italia e a negoziare ci va il Ministro dell’economia, che è quello che dà il via libera su quel che si può e non si può fare. Chi è quindi il nuovo Ministro dell’economia? Nientepopodimeno che lo storico Roberto Gualtieri, mio collega eurodeputato di questa e la passata legislatura, anche lui esponente del PD di lungo corso e presidente uscente della commissione economica del parlamento europeo, sempre ben vicino alle peggiori politiche di austerità dettate dalla Commissione Europea, dalla BCE e dal Fondo Monetario Internazionale. Quindi con lui si completa la casella Bruxelles che garantisce che da nessun ministero si muoverà un euro se non adeguatamente concertato con le istituzioni europee (dal partito democratico si intende, con al massimo la collaborazione del buon Giuseppe Conte)”.
E intanto, mentre gli esperti social cercano di fare fronte ai sempre più numerosi messaggi della base contro i vertici pentastellati, ecco che sul movimento arriva un’altra doccia fredda. Lascia il M5s anche Debora Billi, motivando la sua scelta con un lungo post intitolato “Finalmente libera”. Ai più il suo nome non dirà nulla, ma lei – fedelissima di Gianroberto Casaleggio – è stata a capo della comunicazione social grillina, inventando letteralmente alcune fra le più note campagne di comunicazione politica del Movimento 5 stelle. Una donna che da dietro le quinte, ha in pratica contribuito a creare la popolarità del mondo grillino e dei suoi leader.
“Il M5s oggi governa col Pd. Nella scatoletta di tonno ci abbiamo trovato la piovra ed è stato più facile lasciarci abbracciare che combatterla”. Commenta così Debora Billi, storica capa della comunicazione web dei 5 Stelle, annunciando l’addio al Movimento: “Stiamo facendo tutto l’opposto di quello che Gianroberto ci aveva insegnato”. “Oggi – afferma – mi allineo a tanti altri amici e dico addio al Movimento. L’obbrobrio che si è consumato nel Palazzo ha superato in nefandezza il golpe del 2011, e la mano che ha riconsegnato il mio Paese ai carnefici della Grecia stavolta porta il nome del Movimento. Ma nel giorno in cui il mio Paese è vinto, io sono finalmente libera. Una magra consolazione”.
“Come molti amici sanno – – scrive – ho lavorato per anni nell’ormai mitico “gruppo comunicazione” m5s alla Camera, che la stampa considerava onnipotente (ci ridevamo molto). Ho partecipato a cerchi magici, a vertici, ho vissuto momenti storici per il MoVimento. Ho scritto decine di post per il blog di Beppe, nessuno dei quali a mio nome, e alcuni dei quali finiti sulle prime pagine. Ho fatto campagne web e social, nel periodo dell’assai discusso divieto TV, che hanno coinvolto e trascinato l’intero MoVimento. Esisteva ancora a quell’epoca il MoVimento, sapete?
“Gianroberto era malato, aveva i giorni contati, e fu così che nel m5s partì la prima Foresta dei Pugnali Volanti. In quella guerra sanguinosa e tutta interna, tanti furono i morti lasciati a terra. In primis i meetup, quelli litigiosi ma anche quelli “scomodi”; poi singoli attivisti, scomunicati di botto; e poi la gente nel Palazzo, dai parlamentari agli umili lavoratori della vigna m5s come ero io o come era Messora. La strage dei casaleggini, di cui quello che avete visto nei giorni scorsi è stato solo l’atto finale”.
“Chi è il colpevole? Non lo so. Nel mio caso, a rendermi la vita impossibile furono alcune mezze figure di capacità nulle, e qualche arrampicatore che ha poi fatto carriera spinto da chissachi. Ci sono sempre, in politica. I parlamentari? Mi piacevano tutti, erano bravi, lavoravano tanto, si impuntavano per sciocchezze e a volte ci facevano ammattire. Ora ho visto moltissimi di loro fare appelli per il governo con il PD: sì, sei su scherzi a parte.”
“Mi sono annullata per anni, ho cancellato la mia stessa esistenza, non ho mai fiatato e ho servito il m5s (e il Paese) fino all’ultimo. Non facile, per una giornalista. L’”ultimo” però è arrivato. Il m5s oggi governa col PD, facendo credere che lo cambierà “dall’interno”. Ma il PD è come l’Europa: per cambiarlo dall’interno prima devi starci dentro, e quando vuoi uscire è peggio dell’Hotel California. Nella scatoletta di tonno ci abbiamo trovato la piovra, ed è stato più facile lasciarci abbracciare che combatterla”.
“Addio m5s, torno ad essere libera. Non devo più fedeltà a nessuno: Gianroberto è morto, ma mi piace pensare che avrebbe approvato. E al mio disgraziato Paese, buonanotte e buona fortuna”.