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l'intervista

Beni culturali, il bilancio di Samonà: “Assessorato di serie A. Si continui la strada tracciata” CLICCA PER IL VIDEO

lunedì 10 Ottobre 2022

 

I beni culturali e dell’Identità siciliana della Regione trasformati in un assessorato di serie A: è il bilancio di fine legislatura tracciato dall’assessore del governo Musumeci, Alberto Samonà.

“Il patrimonio culturale di pertinenza della Regione Siciliana è molto vasto, ricordo che conta 14 parchi archeologici. Abbiamo lavorato con abnegazione, abbiamo fatto tante cose, e sicuramente ci sono tante altre cose da fare. La cura, la manutenzione, la tutela e la conservazione, la valorizzazione dei nostri beni culturali, in una terra come la Sicilia, non è mai abbastanza. Abbiamo contrastato le condizioni di abbandono in cui versavano alcuni siti con una serie di interventi messi in campo, tra cui i cantieri di restauro che abbiamo avviato e in molti casi già concluso in questi quasi due anni e mezzo di legislatura”.

“Il governo nazionale che è di centrodestra ha una grande responsabilità. Raccomando alla politica siciliana di non tralasciare i beni culturali, che sono un serbatoio enorme di ricchezza e non solo economico. Il mondo guarda alla Sicilia con sguardo rinnovato, grazie alle azioni importanti che abbiamo fatto per esempio con la Grecia, con il Metropolitan Museum di New York, al grande progetto su Selinunte che ricomporrà alcune parti del Tempio G. Facciamo in modo che la strada intrapresa venga portata avanti perché stiamo parlando di un settore strategico che muove il 6% del PIL nazionale e con l’intero indotto si arriva al 16-17%. La cultura è un pezzo importante dell’economia italiana per ciò che la Sicilia rappresenta: basti pensare che siamo la Regione con il più alto numero di siti Unesco in Italia”.

All’ipotesi di poter ritornare alla guida dell’Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Samonà ha aggiunto che “Non si tratta di nomi, ma di competenza come ha detto il presidente Schifani. Un criterio che si sposa con quello politico. Sono per il primato della politica seria sulla tecnocrazia, al di là delle mie aspirazioni. Tornerò ad occuparmi di cultura, come ho sempre fatto”.

Una percorso che l’assessore leghista intraprende nel momento più critico del nostro paese: la crisi sanitaria da Covid 19. Tante le azioni messe in campo per consentire l’apertura di siti archeologici e musei dell’Isola, nel pieno rispetto delle norme sul contenimento del contagio.  Di fronte alle limitazioni che imponevano la chiusura dei luoghi culturali, l’assessorato ha fatto fronte attraverso una corposa attività di inventario e scientifica dei direttori dei parchi e dei musei. Samonà ha, anche, voluto ricordare la mobilitazione mediatica mossa da parte di chi non tollerava che la Lega potesse gestire il patrimonio culturale siciliano.

“Il vero problema non è il partito che gestisce un settore ma come lo si amministra. Era un periodo di fortissima emergenza, uscivamo dal primo lockdown. Abbiamo fatto fronte con alcuni provvedimenti, penso all’attivazione del meccanismo on line di prenotazione che riguardassero tutti i siti della cultura per scongiurare code agli ingressi e gli assembramenti. E ha funzionato, ancora oggi tutto questo è vigente. Siamo stati i primi a prevedere questo intervento e a programmarlo su ampia scala e che oggi dà i suoi frutti: chi vuole andare a fare una visita in un museo o in un parco archeologico, la prenota e sa esattamente l’orario in cui può andare. Abbiamo attivato delle collaborazioni importanti con tante università del mondo che hanno stipulato delle convenzioni per le campagne di scavo archeologiche in tutta la Sicilia. Fino ai giorni scorsi gli ultimi ritrovamenti. Oggi le nostre gallerie regionali sono più a misura di visitatore rispetto al passato”.

Ma c’è ancora tanto da fare, soprattutto in termini di professionalità. La carenza di organico è una problematica evidenziata più volte in questa legislatura. “Tante figure all’interno dei beni culturali sono venute meno a causa dei tanti pensionamenti fisiologici. Ritengo che occorra potenziare il numero degli archeologi, dei ricercatori, dei restauratori, che è sempre più carente. Ho fatto diverse note ufficiali al dipartimento della Funzione pubblica da cui dipendono le risorse umane”.

Uno sguardo alla scorsa legge finanziaria per capire cosa si è fatto per i beni culturali. “Tante norme strategiche sono state stralciate, inspiegabilmente dal parlamento siciliano. Penso alla norma dedicata alle famiglie – ricorda Samonà – il governo regionale ha varato un provvedimento che applicava importanti sconti alle famiglie che volevano trascorrere del temo in giro per i parchi archeologici. Questo avrebbe incentivato l’avvicinarsi dei nuclei familiari numerosi che spesso sono costretti a pagare più biglietti. però abbiamo fatto tanto con i fondi extra-regionali e sottolineo che la Sicilia è la regione maggiormente destinataria di fondi Pnrr in ambito culturale. Voglio anche ricordare l’intervento di 20 milioni di euro per la Cunziria, il restauro da 27 milioni di euro per il castello della Colombaia a Trapani. Inseriti nei 14 progetti strategici del Ministero della Cultura”.

 

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