Si avvicina l’ultimo dell’anno e come da tradizione non possono mancare i cosiddetti “botti” di Capodanno. L’origine è antichissima ed appartenente a molte culture, ad accumularle l’idea del rumore. I forti scoppi si pensava infatti servissero per scacciare gli spiriti maligni affinché non ci seguissero nell’anno nuovo. Oggi l’usanza rimane ma i fuochi d’artificio sono diventati un simbolo di chiusura con il vecchio anno per lasciarci il passato alle spalle. Ma questa antichissima tradizione ha davvero senso di esistere al giorno d’oggi?
I dati del 2023
Purtroppo di anno in anno il bilancio dei feriti (e talvolta anche dei morti) è sempre più alto. Nel 2023 sono state molte in tutta Italia le persone ferite dai botti nella notte di Capodanno. I dati, forniti dal Viminale, fotografano un bilancio quantomai allarmante: 180 feriti (di cui 48 ricoverati) dei quali 11 gravi. Nel 2022 si registrarono 124 feriti (31 ricoverati), dei quali 14 gravi. Un aumento significativo che dovrebbe preoccuparci anche per la mole di bambini ed in generale di minori coinvolti.
Nonostante le consuete ordinanze sindacali che anno dopo anno impongono il divieto per botti e fuochi d’artificio, sembra essere difficile contenere la conta dei feriti nelle nostre città. A Palermo l’anno scorso si sono registrati quattro feriti insieme a numerosi incendi provocati proprio dall’esplosione di petardi, che hanno impegnato per tutta la notte diverse squadre dei vigili del fuoco. Sono divampati infatti numerosi roghi in molti quartieri della città, da Brancaccio allo Zen, da Bonagia all’Uditore per spegnere una quindicina di roghi causati dal lancio di petardi all’interno di cassonetti. Sempre nel Palermitano, a Carini, un dodicenne è rimasto gravemente ferito ad una mano, mentre a Catania un undicenne ha riportato una grave lesione a un dito. Sono numerose in tutta Italia le persone rimaste ustionate, ma il bilancio peggiore si registra nella città di Napoli, dove almeno dodici persone, durante la notte di festeggiamenti, hanno riportato ferite a causa dell’esplosione di materiale pirotecnico o colpi d’arma da fuoco e sono state condotte nelle strutture sanitarie cittadine.
Come evitare pericoli
Iniziamo col dire che tutti i prodotti pirotecnici, compresi quelli legalmente venduti dagli esercenti autorizzati comportano un certo grado di rischio e non sono in nessun caso destinati ai bambini.
Maneggiare prodotti contenenti sostanze esplosive quindi è un qualcosa che è destinato solo agli adulti con alcune eccezioni per i minorenni di età non inferiore ai quattordici anni (ma solo con le dovute specifiche). Ricordiamo infatti come tutto ciò può mettere a serio rischio persone, animali e cose.
La normativa UE
L’Unione Europea nella direttiva 2013/29/UE ha definito cos’è un articolo pirotecnico e ne ha fissato i tutti i requisiti essenziali di sicurezza che esso deve soddisfare per poter finire sul mercato, garantendo così livelli elevati (anche se mai assoluti) di protezione della salute e della sicurezza umana e dell’ambiente.
Secondo le norme UNI EN 15947, i fuochi d’artificio sono da considerarsi sicuri se non possono accendersi accidentalmente per frizione, sfregamento o urto. Inoltre, l’effetto pirotecnico deve essere ritardato e le eventuali fiamme devono auto estinguersi.
Tutti i giochi d’artificio legali devono obbligatoriamente essere acquistati solo presso negozi autorizzati. È necessario che tutti i prodotti riportino sull’etichetta o sul foglietto allegato le istruzioni di utilizzo.
La classificazione dei fuochi d’artificio
Tutti i fuochi d’artificio sono divisi in quattro categorie, a seconda del livello di rischio, ognuna contraddistinta dalla lettera F e da un numero, rispettivamente dall’1 al 4. Più è alto il numero, più è alto è di conseguenza il rischio a cui si può incorrere.
- Categoria F1: presentano un rischio molto basso e un livello di rumorosità trascurabile. Possono essere usati anche all’interno di abitazioni ed edifici. È comunque vietata la vendita di tali prodotti ai minori di quattordici anni.
- Categoria F2: hanno un basso rischio potenziale e un basso livello di rumorosità. È obbligatorio l’utilizzo al di fuori degli edifici. La vendita è consentita solo ai maggiori di diciotto anni.
- Categoria F3: presentano un rischio potenziale di livello medio e di rumorosità non nocivo per la salute umana. Sono destinati esclusivamente ad essere usati in grandi spazi aperti. L’acquisto è riservato solo ai maggiori di diciotto anni in possesso di un regolare porto d’armi o di un nulla osta rilasciato dal questore.
- Categoria F4: il rischio potenziale è elevato, perciò devono essere usati esclusivamente da persone molto esperte, ovvero “pirotecnici abilitati”, con conoscenze specialistiche nel settore. Sono infatti anche detti “fuochi d’artificio professionali”. Il livello di rumorosità non è comunque nocivo per la salute umana.
Dove comprarli?
I giochi d’artificio possono essere acquistati solo presso i rivenditori autorizzati. In generale, botti, petardi, mortaretti, fontane e altri tipi di giochi pirotecnici sono vietati in luoghi pubblici come vie e piazze e non si possono sparare vicino a certi luoghi sensibili, come gli ospedali. Questi negozi possono essere sia fisici che rivenditori online per quanto riguarda i fuochi d’artificio di classe F1 o F2. Tra i rivenditori in possesso della licenza troviamo supermercati, cartolerie, tabaccherie. Gli F1 possono essere acquistati da tutti i maggiori di 14 anni, mentre gli F2 da tutti i maggiori di 18 anni.
Bisogna ricordare però che esiste un limite sui quantitativi di materiali esplodenti che si possono detenere in casa: Senza obbligo della denuncia, fino a 5 Kg di materiale attivo. Se si acquista un quantitativo superiore, questo deve essere denunciato all’ufficio locale di pubblica sicurezza o al locale comando dell’Arma dei Carabinieri entro 72 ore dall’acquisto. In casa non possono essere tenuti quantitativi eccedenti 25 kg in peso lordo.
Avvertenze
Da tenere a mente come tutti i fuochi d’artificio conformi alle regole hanno un’etichetta completa con i seguenti dati:
1) la marcatura CE
2) il nome e la categoria del prodotto
3) le caratteristiche e la potenza dell’esplosione che provocherà
4) il numero di protocollo (ovvero il numero di registrazione assegnato al prodotto dall’organismo notificato che esegue la valutazione di conformità)
5) il nome della ditta produttrice e il paese di produzione
Preme ricordare come la legge punisca sia chi li vende sia chi li compra, qualora una di queste categorie non dovesse essere stata rispettata.
Negli ultimi anni diversi comuni italiani hanno cercato di porre un freno a questa tradizione tra chi mal sopporta i tradizionali “botti” e chi invece non riesce proprio a farne a meno, anche talvolta andando contro le varie ordinanze comunali. Ma all’indomani dei vari bollettini regionali resta da chiedersi se il gioco valga davvero la candela.