David Bowie, scomparso il 10 Gennaio dello scorso anno, è stato uno degli artisti-cardine della musica moderna: in quasi cinquant’anni di carriera, dopo 27 dischi pubblicati, diversi ruoli in film più o meno buoni (memorabile quello dell’alieno Thomas Jerome Newton nel film di fantascienza del ’76 “L’uomo che cadde sulla terra”, diretto da Nicolas Roeg), una quantità interminabile di tour intorno al mondo e una serie di memorabili personaggi fittizi che sono prepotentemente entrati nell’immaginario collettivo, il rocker inglese è stato uno dei più iconici personaggi della storia della musica, sennonché uno dei più influenti nella cultura e nei costumi nella società occidentale.
Nel 1977 tornò in Europa dopo una complicata e auto-distruttiva permanenza negli States, dove per altro compose uno dei suoi album più enigmatici ed affascinanti, Station To Station, del ‘76: da lì al ’79 Bowie, proprio a Berlino, concepì tre dischi che si rivelarono tra i più importanti per l’evoluzione della musica rock successiva, ossia Low, “Heroes” e Lodger. Quel folgorante periodo berlinese è stato immortalato dal fotografo Masayoshi Sukita, collaboratore del Duca Bianco già dall’inizio degli anni ’70.
Domani, sabato 8 aprile, alla RizzutoGallery di Palermo Gigi Razete, giornalista musicale e docente di jazz e popular music alla Fondazione The Brass Group e al Conservatorio Vincenzo Bellini, e Dario Oliveri, scrittore e docente universitario del Dipartimento musicale Aglaia, ripercorreranno quegli storici momenti attraverso immagini e ascolti di vinili che fecero la storia della musica. Evento prezioso per tutti gli amanti della musica e in generale per tutti gli estimatori dell’arte.