Beni mobili e immobili per quasi tre milioni di euro sono stati sequestrati dai finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Catanzaro, su disposizione della Procura regionale della Corte dei Conti per la Calabria all’ex Commissario straordinario delegato per la mitigazione del rischio idrogeologico in Calabria Domenico Percolla (ex Questore, attualmente commissario della Provincia di Siracusa) e a Francesco Carmelo Vazzana, direttore generale di Arpa Sicilia.
Sigilli a immobili, conti correnti, quote societarie e attività finanziarie per 2.851 mila euro. I due, nel periodo 2011-2015, avrebbero indebitamente utilizzato fondi pubblici destinandoli irregolarmente alla realizzazione di rilievi cartografici e satellitari per lo studio della pericolosità idrogeologica del territorio calabrese. Dalla indagini è emerso che il servizio era stato commissionato senza alcuna procedura di evidenza pubblica, a prezzi superiori a quelli di mercato, ad un ente che non aveva i requisiti per essere considerato di diritto pubblico.
Sulla vicenda intervengono i deputati regionali del M5s: “Come può continuare a dirigere la struttura regionale che controlla tutti gli impianti industriali della Sicilia, tutte le autorizzazioni, tutte le emissioni e tutte le certificazioni? Assurdo che il presidente Musumeci e l’assessore Cordaro non abbiano ancora ritenuto di intervenire, rimuovendolo dall’incarico. Si allunga la lista delle potenziali irregolarità a carico di Vazzana – ricordano i deputati – di cui abbiamo avuto modo di occuparci già nel 2017 e nel 2018. L’Arpa ha bisogno di una guida autonoma, libera da influenze politiche, autorevole e competente per garantire la sicurezza ai cittadini in modo obiettivo e affidabile. Cos’altro deve succedere prima che questo governo prenda provvedimenti?“.
Il movimento 5 stelle a seguito della nomina di Vazzana hanno chiesto la revoca all’ex governatore Crocetta in quanto per i deputati regionali non avrebbe i requisiti. Al centro dell’attenzione ci sarebbe l’inadeguata esperienza: Vazzana, infatti negli ultimi dieci anni non sarebbe stato direttore tecnico o amministrativo per almeno un lustro, come prevede la legge.
Al momento bocche cucite da Palazzo d’Orleans e dall’assessorato all’Ambiente.