Quel 5,1% registrato alle urne, con l’elezione certa di Nicoletta D’Angelo in consiglio comunale e l’eventuale ingresso di Sebastiano Tamà in caso di rinuncia al seggio di Maurizio Croce quale miglior perdente, hanno per Forza Italia un valore moltiplicato. E non soltanto in vista delle Regionali, ma in un’ottica di lungo periodo. Chi pensava di depotenziare il partito a Messina ora farà i conti con chi lo sta ricostruendo.
Quel 5,1% ha sicuramente un nome e cognome, accanto a quelli dei 32 candidati consiglieri ed è quello del capogruppo Ars di Forza Italia Tommaso Calderone, che in due mesi, da deputato di Barcellona, ha lavorato pancia a terra, quartiere per quartiere a Messina.
Se oggi, nonostante le difficoltà ed anche le insidie poste sul cammino, Forza Italia è in consiglio, potrà dire la sua e prepararsi anche alle regionali è grazie a quanto fatto.
“E’ stato un gran lavoro in condizioni obiettivamente difficili- commenta Calderone, che nel frattempo in provincia ha ottenuto buoni risultati ed incassato sindaci azzurri- Una mano d’aiuto me l’ha data la coordinatrice provinciale del partito Bernadette Grasso e la ringrazio. Abbiamo allestito una lista nuova, con candidati che si sono cimentati con entusiasmo straordinario. Abbiamo ricostruito il partito, se oggi Forza Italia c’è a Messina si deve a questa sinergia tra uomini e donne di assoluto pregio”.
Sassolini dalla scarpa Calderone non se ne toglie apertamente ma proprio quel risultato, all’interno di una coalizione che ha visto solo 3 liste (su 8) superare la soglia, è la prova di quanto sia stata difficile questa campagna elettorale. L’Udc di Beppe Picciolo non ha raggiunto il 5% ed anche la lista Ora Sicilia di Luigi Genovese pur superando il 9% ha avuto un risultato inferiore alle premesse. D’altra parte anche i 5stelle che pure erano primo partito a Messina nel 2018, adesso non hanno alcun rappresentante in Aula.
“Raggiungere il quorum in una città che ha scelto in modo così massiccio Federico Basile è stato importante” sintetizza Calderone e se gli chiediamo se i suoi consiglieri faranno opposizione chiarisce: “Forza Italia è per costruire e non per demolire. E’ così dal livello nazionale a quello locale. Così sarà a Messina. Non abbiamo pregiudizi, se Basile presenterà progetti per Messina noi siamo pronti a collaborare”.
Il candidato sindaco del centrodestra, Maurizio Croce, risulta eletto come miglior perdente. Qualora dovesse rinunciare al seggio il suo posto andrebbe a Sebastiano Tamà di Forza Italia. Per Tamà, così come per Nicoletta D’Angelo si tratta di una riconferma in Aula. Croce ha di poco superato il 27%, perdendo punti di percentuale rispetto alle liste e scontando una serie di elementi che evidentemente non erano stati considerati bene dal tavolo degli 11, primo fra tutti l’essere poco conosciuto dai messinesi. Forza Italia è stato il partito che ha accolto subito la sua candidatura.
“Noi siamo leali, quando Forza Italia fa una scelta, anche quando aderisce ad una proposta di altri, la mantiene- prosegue il capogruppo Ars- L’adesione di Forza Italia alla candidatura di Croce viene da lontano. A metà corsa non ci sembrava corretto cambiare. E’ una questione di buoni comportamenti. La politica si deve fidare. Non devi girare come gira una ruota. C’è chi lo fa ma se questo può pagare a breve termine alla lunga non sei più credibile né affidabile. Io sono per i buoni comportamenti, la fiducia è fondamentale”.
Gianfranco Miccichè ha chiamato Calderone complimentandosi per il risultato, anche perché, a conti fatti, il 5,11% di Forza Italia con 1 forse 2 consiglieri è una base importante alla luce delle due corazzate del centrodestra. Fratelli d’Italia ad esempio porterà 3 eletti, frutto di una sinergia tra Vento dello Stretto, Diventerà Bellissima e Fratelli d’Italia.
“Miccichè era felice e si è complimentato non solo per Messina ma anche per i sindaci che abbiamo espresso in provincia. Per risultati non siamo secondi a nessuno” (ndr. Bernadette Grasso e Giuseppe Mandanici).
Le premesse non erano delle migliori. Forza Italia a Messina dal 2017 in poi ha subito scossoni. Nel 2017 infatti il partito era targato Genovese, con quel che ne consegue, bagaglio di candidati e consensi connessi. Strada facendo Luigi Genovese ha rotto con il partito ed ha creato il gruppo all’Ars Ora Sicilia.
A fine marzo 2022, a poche settimane dalle elezioni, Forza Italia perde un consigliere comunale, Dario Ugo Zante che si sposta nella lista Ora Sicilia di Genovese e il 12 giugno è stato confermato in consiglio. Inoltre pochi giorni prima della presentazione delle liste si dimette, in piena polemica con le scelte del tavolo di coalizione il coordinatore cittadino azzurro, Lino Cucè, fatto fuori dalla presidenza della terza circoscrizione (unico presidente uscente non riconfermato tra i candidati). Un altro pezzo storico di Forza Italia che lascia il partito (poi si è candidato in Prima l’Italia) e per di più a ridosso dalla presentazione delle liste.
Insomma di sassi lungo il cammino Calderone ne ha incontrati negli ultimi due mesi, dovendo percorrere un sentiero a rischio per di più in semi solitudine. Un grande aiuto l’ha avuto anche da Pio Amadeo impegnato nella ricostruzione del partito.
Adesso incassa il risultato e pensa alle regionali.
“La prossima settimana sarò a Messina per ringraziare personalmente tutti i candidati che si sono spesi per Forza Italia- spiega-Quanto alle regionali il nostro obiettivo è quello di confermare i due seggi presi nel 2017”.
Cinque anni fa i due seggi sono andati a Luigi Genovese, primo degli eletti e appunto a Tommaso Calderone, che adesso conferma un obiettivo ambizioso (visto che Genovese non c’è più e neanche Nino Germanà che all’epoca arrivò terzo) e annuncia che il partito è aperto a quanti sono motivati e legati al territorio. In generale sulla posizione di Forza Italia, sia relativamente alla candidatura di Musumeci che sul ruolo di Cateno De Luca, Calderone non dice nulla, se non: “la penso come Miccichè, confermo le sue dichiarazioni di lunedì sera”. Miccichè ha chiarito il no a Musumeci ed ha invitato al dialogo con Cateno.
Ma c’è un messaggio ai naviganti che il deputato regionale di Barcellona manda in modo chiaro.
“Non mi piacciono le porte girevoli, secondo me chi esce da un partito non dovrebbe più rientrare. Sia chiaro, deciderà il partito e io comunque non temo nessuno ma sono contrario alle porte girevoli…..”.
L’avviso è per quanti, come Genovese, hanno lasciato il partito negli anni scorsi qualora dovessero avere la “tentazione” di un ritorno di fiamma alla vigilia delle Regionali.
Infine l’addio di Dario Zante, transitato improvvisamente a marzo nel gruppo Genovese lasciando Forza Italia senza un consigliere comunale uscente e senza un notevole apporto in termini di consensi elettorali.
“Dario è una persona a cui sono molto legato affettivamente- conclude Calderone-E’ stato il mio primo consigliere comunale a Messina ed è nipote di un mio amico fraterno. Sono molto soddisfatto della sua rielezione, non sono parole di circostanza, è effettivamente quello che penso. Un giorno cercherò di capire quello che è successo perché ancora oggi me lo chiedo. Fermo restando che nessuno mai mi sentirà pronunciare una parola contro di lui. La vita continua, andiamo avanti”.
Dalla prossima settimana si lavora con la testa alle regionali ed alla ricostruzione di un partito che a Messina, negli anni d’oro è stato il primo ed ha formato molta classe dirigente ma che col passare del tempo ha subito scossoni di vario genere.
L’ultima campagna elettorale è stata segnata da episodi volti a depotenziare il partito che sicuramente Calderone non intende dimenticare. Il capogruppo Ars non soffre di amnesie.