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Stefano Candiani, sottosegretario all’Interno e commissario regionale della Lega in Sicilia conferma la linea del partito di Matteo Salvini che non ha intenzione di contrattare posti in giunta regionale: “Non capisco perchè non si parli mai di programmi, non ci interessano alchimie e non ci interessano poltrone ma con Musumeci siamo disponibili al dialogo su tre quattro grandi temi strategici per la Sicilia. Si parli di programmi e non di altro”.
Nessuno sconto invece all’Assemblea regionale siciliana guidata da Micciché: “Sul dato che il presidente della Regione sia all’ultimo posto nel gradimento dei governatori italiani, temo che Musumeci stia pagando il prezzo di un presidente dell’Assemblea regionale come Miccichè. Fatte le dovute eccezioni, siamo davanti a un’Ars che si impegna in equilibrismi ed equilibri ma non parla di programmi e questo non ci interessa. Chi impegna il proprio tempo per protagonismi personali, con atteggiamenti che non sono certo da presidente di un parlamento, si qualifica da solo. Il fatto che dica che chi vota Lega meriterebbe di essere ammazzato è una cosa particolarmente grave, ma non ho visto molta indignazione su queste affermazioni, il che mi lascia perplesso sul livello dell’Ars”.
Sul successo della Lega in Sicilia, che ha ottenuto oltre il 20 per cento dei voti, è soddisfatto ma mantiene i piedi per terra: “Ha pagato la credibilità del nostro progetto politico“. Sui rapporti nel centrodestra e sulla possibilità di una riedizione del centrodestra tradizionale anche per il futuro, manda un chiaro messaggio politico, che suona anche come un manifesto programmatico in vista di eventuali prossime scadenze elettorali: “Categorie come centrodestra e centrosinistra sono superate. Noi in questo anno abbiamo portato al governo una parte di programma che avevamo condiviso alle scorse Politiche con Fratelli d’Italia e Forza Italia e che stiamo attuando: il fatto che nell’attuazione di questo programma molti elettori oggi guardino alla Lega vuol dire anche che stiamo andando oltre a quegli stretti confini che si erano delineati nei vent’anni passati. Ecco, questo mi interessa, dare riposte. Se poi si aggregano persone e si aggrega un’area che guarda alla sovranità italiana, all’interesse italiano siamo ben contenti di essere locomotiva ed essere trainanti nello scenario italiano.”
In merito, invece, agli equilibri interni nel Partito, in primis sul ruolo dei responsabili degli enti locali della Lega Fabio Cantarella e Igor Gelarda (il primo non candidato alle europee e il secondo non eletto per pochi voti), Stefano Candiani rassicura tutti, in primo luogo proprio i militanti, sulla tenuta del progetto: “In una competizione c’è chi viene eletto e chi no, ma è il risultato che fa gioco di squadra e tutti fanno parte di questo gioco di squadra che continua. Ciascuno fa la propria parte. La campagna elettorale è finita e il giorno dopo si ricomincia a lavorare tutti insieme.
Insomma, un modo per chiudere sul nascere eventuali polemiche e fraintendimenti e confermare fiducia a chi fino ad ora ha portato avanti il vessillo leghista in Sicilia: L’attività militante continua, non si ferma, tutti insieme, a partire dal territorio, dalle amministrazioni locali, dai Comuni dove c’è gente che dà l’esempio della migliore politica”.
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