Anche l’estate 2024 sta arrivando e puntuale come un cronometro spunta anche il caro spiagge.
Sono disponibili i dati aggiornati della rilevazione annuale di Federconsumatori sul monitoraggio dei prezzi 2024 per ciò che riguarda lidi e i servizi in spiaggia. Una raccolta dati realizzata in collaborazione con Fondazione Isscon per le regioni Lazio, Toscana, Liguria, Sicilia, Sardegna, Campania, Calabria, Basilicata, Puglia, Abruzzo, Marche, Emilia-Romagna e Veneto.
Come abbiamo già visto lo scorso anno (CLICCA QUI) sono sempre di meno le spiagge libere e gratuite sulle nostre coste, cosa che secondo quanto riportano le indagini, non è cambiata. I prezzi salgono sempre di più. Il 22,4% della costa è quindi occupata da stabilimenti balneari, campeggi, circoli sportivi e complessi turistici. Andare in vacanza oggi costa sempre di più.
“Già l’anno scorso – afferma il presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa – eravamo preoccupati per i prezzi in crescita. Quest’anno non possiamo che esserlo ancora di più“.
Nella nostra regione i prezzi sono stati rilevati nelle spiagge di Catania, Palermo e Trapani e, esattamente come l’anno scorso, la Sicilia è ancora una regione relativamente economica con tutti i prezzi sotto la media nazionale. Allo stesso tempo, però, sono tutti prezzi in crescita. Nel 2024, infatti, i prezzi siciliani sono anche di molto inferiori alla media italiana, persino la metà in alcuni casi, come gli abbonamenti annuali negli stabilimenti balneari, ma purtroppo, sono prezzi più alti di quelli rilevati da Federconsumatori l’anno scorso.
L’anno scorso Federconsumatori Sicilia aveva chiesto molta attenzione alla questione della mappatura delle coste siciliane al fine di stabilire il numero e l’estensione delle concessioni da mettere a gara. Quest’anno tutte le concessioni già in essere l’anno scorso sono state prorogate al 31 dicembre e al Demanio Marittimo regionale pendono oltre 6.000 richieste di nuove concessioni di strutture turistiche sulle spiagge.
Lo stesso presidente aveva affermato che in Sicilia affittare un pedalò costa sicuramente meno che in Puglia e un abbonamento stagionale costa un terzo. Rispetto alle altre regioni costiere la Sicilia resta ancora accessibile ad un pubblico abbastanza vasto. Però “sono finiti i tempi in cui con 20 euro una famiglia andava in spiaggia attrezzata per un giorno intero“.
Nel dettaglio, crescono soprattutto il costo del lettino (+8%) e della sdraio (+7%). Ma la voce che cresce di più è quella relativa al noleggio di pedalò, sup, canoe (+10%) sempre più in voga tra i bagnanti come attività divertenti. In controtendenza, quest’anno, il costo dell’abbonamento stagionale che, essendo in calo tra le preferenze degli italiani, registra una diminuzione di costo del -2%.
Federconsumatori, oltre a monitorare i prezzi delle spiagge, tiene d’occhio anche l’azione del Governo regionale, impegnato nella mappatura delle coste siciliane al fine di stabilire il numero e l’estensione delle concessioni da mettere a gara ogni anno, così come previsto dalla direttiva europea 2006/123/CE (la cosiddetta direttiva Bolkestein). “Temiamo fortemente – conclude La Rosa – che come contraltare alla spiaggia a pagamento, che costa sempre di più, ci siano sempre meno spiagge libere per le famiglie siciliane. Sarebbe gravissimo, perché è vero che la Sicilia è una Regione a fortissima vocazione turistica, ma è anche vero che è abitata da 5 milioni di siciliani che hanno diritto ad andare al mare senza spendere un patrimonio“. Non ci resta che aspettare qualche settimana per poter monitorare questa stagione estiva 2024.
Sembra essere un tema molto caldo questo e allo stesso tempo delicatissimo, va affrontato in modo serio. In ballo non c’è solo lo sviluppo del turismo, ma anche la tutela dell’ambiente e dei fragili ecosistemi costieri. “Chiediamo ufficialmente che la Regione affronti questa fase così importante senza chiudersi nelle stanze del palazzo: i contributi delle associazioni dei balneari, di quelle ambientaliste e di quelle di tutela dei consumatori”.
Per la categoria dei consumatori dunque non si può far pagare il prezzo di un boom turistico di settore, con tutti i riflessi anche più che positivi, con un uso indiscriminato e poco razionalizzato delle risorse. Una tesi che probabilmente non è del tutto gradita agli operatori siciliani.