Guido Stazi, segretario generale dell’antitrust è tornato a parlare del caro-voli: “Le evidenze raccolte non hanno fornito elementi sufficienti a corroborare l’ipotesi istruttoria. Allo stato, è prevista la chiusura del procedimento nelle prossime settimane”. Queste sono state le parole di Stazi durante un’audizione alla commissione Insularità riferendosi all’istruttoria avviata per un presunto cartello tra le compagnie per i voli da e per la Sicilia che avrebbe fatto lievitare i prezzi.
Ipotesi segnalata dai consumatori e dalla stessa Regione Sicilia. “Infatti, – motiva Stazi – da un lato, non sono state rinvenute prove di contatti tra le compagnie aeree volti, direttamente o indirettamente, alla fissazione coordinata delle condizioni di offerta dei voli; dall’altro, i dati raccolti non hanno consentito di concludere che i comportamenti, in particolare di prezzo, rilevati sul mercato siano univocamente riconducibili ad una concertazione tra i vettori volta ad uniformare le tariffe offerte“.
“Le puntuali analisi svolte – aggiunge – hanno mostrato una tendenza comune all’aumento dei prezzi di vendita dei voli all’approssimarsi della data della partenza, che riflette l’aumento della domanda e la scarsità dei posti residui. È emersa, tuttavia, una certa variabilità con riferimento, in particolare, al livello e all’entità degli aggiustamenti che le compagnie hanno praticato nel periodo osservato“. L’attenzione dell’autorità si sposta ora su un altro punto: l’effetto degli algoritmi sulla determinazione dei prezzi dei voli per Sicilia e Sardegna.
Questo grazie anche ai nuovi poteri conferiti in materia all’Antitrust dall’ultimo decreto asset.
“E’ stata infatti avviata una nuova indagine per – spiega Stazi – approfondire il funzionamento degli algoritmi da tempo utilizzati dalle compagnie al fine di ottimizzare i ricavi sulle rotte”. Questo per “verificare se effettivamente gli algoritmi di prezzo utilizzati dai vettori siano suscettibili di determinare o stabilizzare situazioni di mercato distorsive della concorrenza, in danno dei consumatori“.