“I miei rapporti con Montante si interrompono il 19 luglio del 2015 mentre attendevo la mia riconferma come presidente Irsap Sicilia. Su questa riconferma prendevano tempo sostenendo che io non avessi i requisiti. Dopo che i rapporti furono interrotti io e Marco Venturi cominciammo ad avere paura di essere intercettati da Montante. Avevamo capito che era un soggetto pericoloso. Dicevamo ‘questo ci ammazza o ci fa ammazzare’“.
Lo ha detto l’ex presidente dell’Irsap Alfonso Cicero, sentito in qualità di indagato di reato connesso questa mattina nel corso dell’udienza del processo sul “Sistema Montante” che si celebra con rito ordinario nei confronti di 17 imputati.
“Avevamo paura di andare direttamente dai magistrati – ha aggiunto il teste – perché avevamo capito i rapporti che aveva con loro e le forze dell’ordine e per questo raccontammo tutto al giornalista Attilio Bolzoni“.
“L’assessore Linda Vancheri non esisteva – ha poi detto Cicero, rispondendo al pm Maurizio Bonaccorso, relativamente al periodo in cui era ancora presidente dell’Irsap – le decisioni venivano prese da Antonello Montante. Anche i cambi di rotta erano determinati da Montante. Anche chi doveva essere ricevuto o non ricevuto in assessorato lo decideva Montante. Quest’ultimo comandava i politici. Lumia era sotto suo ordine, il suo politico. Non esiste il sistema Lumia, esiste il sistema Montante. Non si muoveva nulla e c’era la paura di Montante o la voglia di tutti di stare con lui”.
Antonello Montante avrebbe avuto rapporti di amicizia con gli ufficiali delle forze dell’ordine che andavano ben oltre quelli istituzionali. E’ quanto sostenuto da Alfonso Cicero, ex commissario dell’Irsap (l’Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive) chiamato oggi a deporre nell’aula bunker di Caltanissetta nell’ambito del processo sul “Sistema Montante” che si celebra con rito ordinario nei confronti di 17 imputati.
“Una volta Marco Venturi (ex assessore regionale alle Attività produttive, ndr) mi disse – racconta Cicero – che aveva assistito durante una cena a un episodio: il colonnello Giuseppe D’Agata aveva dato una pen drive ad Antonello Montante. Era rimasto impressionato, perché un esponente così importante delle forze dell’ordine che consegna una pen drive in quel contesto era una cosa anomala. Per quanto riguarda il colonnello Letterio Romeo, sapevo che era un ufficiale dei carabinieri. Lo incontrai per la prima volta nel 2013 in una pizzeria in piazza Mercato. Montante mi aveva invitato a mangiare una pizza e quando arrivai era già seduto con Romeo. Mi accorsi subito che tra loro c’era un rapporto di intima amicizia. Poi Romeo non l’ho visto più, tranne in occasione di un funerale, quando andammo a prendere un caffè e vidi che anche con l’imprenditore Massimo Romano il colonnello Romeo aveva rapporti di amicizia molto intimi“.
Sempre in merito ai rapporti dell’ex leader di Confindustria con gli ufficiali delle forze dell’ordine, a loro volta imputati, Cicero ha aggiunto: “Il colonnello Gianfranco Ardizzone mi confidò che il suo trasferimento dalla Dia di Reggio Calabria a quella di Caltanissetta era avvenuto grazie all’interessamento di Montante. Mentre del maggiore Ettore Orfanello, sempre Marco Venturi, mi confidò che la compagna era stata assunta da Massimo Romano in uno dei suoi supermercati“.