La ricostruzione degli argini nel tratto in cui si è consumata la tragedia di Casteldaccia non è stato l’unico intervento, pianificato e mai realizzato, sul fiume Milicia. Un altro intervento è andato perduto negli anni scorsi. Si tratta del recupero naturalistico nella porzione di costa adiacente la foce. Il progetto preliminare, del valore di 5.5 milioni di euro, era stato ammesso a finanziamento nel 2004 nell’ambito degli strumenti di programmazione territoriale previsti dall’Unione europea, ma nel luglio del 2007 è stato definanziato perchè nè il Comune di Casteldaccia nè quello di Altavilla Milicia hanno prodotto la progettazione esecutiva idonea più volte richiesta.
Contro il definanziamento il Comune di Altavilla, a differenza di quello di Casteldaccia, fece ricorso e lo vinse, ma purtroppo il progetto andò in fumo lo stesso poichè trattandosi di un’iniziativa congiunta avrebbero dovuto ricorrere entrambi gli enti.
Un’occasione preziosa che avrebbe consentito di riqualificare e mettere in sicurezza tutta la foce e con molta probabilità evitare la catastrofe. Come si legge nello studio di fattibilità, infatti, “l’idea di ripristinare morfologicamente l’antica foce a estuario del fiume Milicia è assecondata dal naturale comportamento odierno del fiume stesso che in periodi di piena, esonda proprio sull’antico sedime dell’estuario, allagando ampie superfici in sinistra idraulica”.
Un problema a cui i tecnici avevano trovato soluzione attraverso la creazione di un “parco della fitodepurazione”, proprio nell’area in cui si è verificata l’esondazione del 3 novembre scorso. “Questo – si legge sempre nel progetto preliminare – funzionerà idraulicamente come laminatore delle portate di piena che potranno esondare in modo controllato su un area coincidente con un’ansa fluviale già interessata da tali fenomeni situata a circa 500 metri a monte del viadotto dell’autostrada. In tale ansa, durante le piene delle prime piogge, si depositeranno tutti i materiali grossolani ed i rifiuti che in condizioni normali sarebbero portati alla foce, cosa questa che si vuole evitare ad ogni costo. Tali materiali andranno poi periodicamente smaltiti con l’uso di semplici mezzi (pala, escavatore, camion)”.
Previsioni e programmi che oggi, alla luce di quanto accaduto, gridano giustizia per quello che doveva essere e che, invece, non è stato fatto.