Nuova tegola sull’editore del quotidiano “La Sicilia” di Catania, Mario Ciancio Sanfilippo, 86 anni.
Su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, il Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione – ha emesso lo scorso 20 settembre un decreto di confisca e di sequestro e contestuale confisca relativo a conti correnti, polizze assicurative, 31 società, quote di partecipazione detenute in ulteriori 7 società e beni immobili.
Secondo la procura, «il valore dei beni, in corso di compiuta quantificazione, è non inferiore a 150 milioni di euro». Il provvedimento è in corso d’esecuzione a cura dei Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Catania.
I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà domani, alle ore 11.30, presso la Sala Stampa della Procura della Repubblica. Lo rende noto il Procuratore distrettuale della Repubblica, Carmelo Zuccaro.
Nato a Catania il 29 maggio 1932, il noto imprenditore opera nel campo immobiliare e dell’editoria. Il provvedimento di confisca e sequestro riguarda, tra l’altro, il quotidiano ‘La Sicilia‘, la maggioranza delle quote della ‘Gazzetta del Mezzogiorno‘ di Bari e due emittenti televisive regionali, ‘Antenna Sicilia‘ e ‘Telecolor‘. Il Tribunale ha nominato dei commissari giudiziari per garantire la continuazione dell’attività del gruppo.
Tra i beni sequestrati: oltre alle società, anche aziende agricole, imprese edili, aziende turistiche, terreni e ville.
Nel 2015 la procura di Catania ha depositato la richiesta di rinvio a suo carico, ipotizzando il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Il processo è iniziato a marzo 2018. Sempre nel 2015, nell’avviso di conclusione delle indagini, la procura spiegava di aver trovato «52 milioni di euro depositati in Svizzera, non dichiarati nei precedenti scudi fiscali».
LA REPLICA
”Nell’ambito del procedimento di prevenzione a mio carico ritenevo di avere dimostrato, attraverso i miei tecnici e i miei avvocati, che non ho mai avuto alcun tipo di rapporto con ambienti mafiosi e che il mio patrimonio è frutto soltanto del lavoro di chi mi ha preceduto e di chi ha collaborato con me. Ritengo che le motivazioni addotte dal Tribunale siano facilmente superabili da argomenti importanti di segno diametralmente opposto, di cui il collegio non ha tenuto conto”. Lo dice Mario Ciancio Sanfilippo dopo il sequestro e confisca dei beni.
Ciancio Sanfilippo aggiunge: ”I miei avvocati sono già al lavoro per predisporre l’impugnazione in Corte di Appello. Sono certo che questa vicenda per me tristissima si concluderà con la dovuta affermazione della mia totale estraneità ai fatti che mi vengono contestati, come dimostra la mia storia personale, la mia pazienza e la mia ormai lunga vita nella città di Catania”.
L’imprenditore ed editore conferma che il provvedimento del Tribunale di Catania, sezione misure di prevenzione, ”con cui si dispone la confisca delle mie aziende e di alcuni miei beni” gli è stato notificato stamattina.
La Fnsi e Assostampa si dicono preoccupati per il futuro delle testate, il sindacato chiederà ai custodi giudiziari garanzie su occupazione “La Federazione nazionale della Stampa italiana, l’Associazione Siciliana della Stampa, l’Associazione della Stampa di Puglia e l’Associazione della Stampa di Basilicata esprimono preoccupazione per il sequestro del quotidiano ‘La Sicilia’, della maggioranza delle quote azionarie della ‘Gazzetta del Mezzogiorno’ e delle emittenti televisive Telecolor e Antenna Sicilia, disposto dalla Dda di Catania nell’ambito della confisca di beni nei confronti dell’editore Mario Ciancio Sanfilippo“.
“Ferme restando le esigenze di indagine e nel rispetto dell’attività degli inquirenti – è detto in una nota – il sindacato dei giornalisti non può non evidenziare il rischio che tale provvedimento possa mettere a repentaglio la sopravvivenza di aziende editoriali che rappresentano un patrimonio per l’informazione nel Mezzogiorno“.
“Per questo – è detto ancora – auspica che la situazione venga chiarita e si risolva in tempi brevi e che, nel frattempo, l’attività di gestione dei commissari giudiziari nominati per garantire la continuità delle aziende non pregiudichi l’autonomia delle testate e il regolare svolgimento delle attività redazionali, assicurando la piena operatività anche sotto il profilo del rispetto dei diritti e delle prerogative dei giornalisti e degli altri lavoratori“.
“Il sindacato dei giornalisti – conclude la nota – si attiverà da subito per incontrare i commissari giudiziari e chiedere garanzie sulla tutela delle testate e sulla salvaguardia dei livelli occupazionali“.
In una nota l’Ordine dei giornalisti di Sicilia scrive “La decisione del Tribunale di Catania, che su richiesta della Direzione distrettuale antimafia ha emesso un decreto di sequestro e confisca di beni per 150 milioni nei confronti dell’editore e direttore del quotidiano La Sicilia Mario Ciancio Sanfilippo, viene seguita con la massima attenzione da parte dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia“.
“Il provvedimento – si legge ancora – riguarda l’intero gruppo editoriale che fa capo a Ciancio Sanfilippo e in particolare il quotidiano La Sicilia, la maggioranza delle quote della Gazzetta del Mezzogiorno e due emittenti televisive regionali, Antenna Sicilia e Telecolor, che ora saranno gestiti da commissari giudiziari. Esprimiamo massima fiducia nel lavoro della magistratura e nella speranza che si riesca a fare chiarezza nel più breve tempo, auspichiamo che sia fatto tutto il possibile per garantire la piena attività delle testate, la cui gestione è stata affidata a commissari giudiziari, senza contraccolpi sul piano occupazionale”.
“In questo momento così difficile – conclude la nota – l’Odg Sicilia è vicino ai colleghi delle testate coinvolte dal provvedimento e ai tanti collaboratori che giornalmente garantiscono il loro contributo di professionalità. E nel ribadire il proprio sostegno a tutti i giornalisti, li invita ad andare avanti con l’impegno e la serietà di sempre“.