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Non volevano restare oltre l’orario di lavoro e sbagliano le procedure del parto, sospesi tre medici a Catania

lunedì 5 Dicembre 2016

Tre medici dell’ospedale Santo Bambino sono stati sospesi dall’esercizio della professione. La misura cautelare è stata disposta, su richiesta della Procura di Catania, nei confronti di Amalia Daniela PalanoGina Currao e Paola Cairone, sospese rispettivamente per dodici, sei e quattro mesi nell’ambito delle indagini avviate dopo il parto del 2 luglio 2015 di una giovane donna catanese, Deborah Percolla, di 26 anni, e la nascita del suo neonato con gravi lesioni permanenti.

Le tre dottoresse avrebbero avuto in cura la paziente ed il bimbo che ha dato alla luce; secondo l’accusa i medici Currao e Palano, per evitare di rimanere oltre l’orario di lavoro, avrebbero omesso sia di segnalare gli avvenimenti nelle apposite cartelle cliniche – per nascondere eventuali responsabilità, sia “di procedere con un immediato intervento cesareo, nonostante i molteplici episodi di sofferenza fetale che il tracciato evidenziava“.

Le due avrebbero, inoltre, somministrato “atropina” alla povera donna simulando una falsa regolarità nel tracciato. I colleghi del turno immediatamente successivo non sarebbero inoltre stati avvisati sull’estrema gravità della situazione clinica della paziente.

Paola Cairone non era però a conoscenza dell’operato delle colleghe ma la Procura ha aperto un’inchiesta ugualmente per “avere praticato alla paziente, per due volte, le cosiddette manovre di Kristeller, bandite dalle linee guida, non contattando in tempo il neonatologo arrivato quando il feto era già nato”.

Il bimbo ha riportato una grave encefalopatia ipossico-ischemica, una tetra paresi spastica, grave ritardo neuro psicomotorio, microcefalea, epilessia generalizzata sintomatica, con conseguente indebilimento permanente del tronco neuroencefalico e con gravissime implicazioni anatomo funzionali.

 

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