Potrebbe già essere operativa tra una quindicina di giorni la nuova Commissione tecnica specialistica. E’ questo l’obiettivo dell’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Elena Pagana, che dopo il via libera ottenuto ieri dalla giunta alla riforma della Cts si appresta a pubblicare due decreti – sul funzionamento e sui compensi – che rimarranno disponibili dieci giorni, poi procederà alle nomine dei componenti della Commissione (60), che devono avere determinati requisiti come una laurea specialistica, l’abilitazione, l’iscrizione all’ordine professionale e una esperienza pluriennale di valutazione ambientale (in passato bastava una laurea triennale e una esperienza ambientale).
“E’ stato un lavoro complesso, abbiamo capito dov’era il problema e quali erano gli aspetti che appesantivano l’intero iter. C’erano meccanismi rigidi, ne cito uno su tutti: per sostituire un componente di una sottocommissione serviva addirittura il parere della giunta di governo e potevano trascorrere mesi – spiega l’assessore Pagana all’ANSA – Il presidente Schifani è uscito pazzo quando ha visto che il vecchio decreto di funzionamento della Cts era di ben 16 pagine, lo abbiamo alleggerito”.
Con la riforma, il nuovo presidente – che sarà nominato dall’assessore Pagana d’intesa col presidente Schifani – “avrà più autonomia e il dipartimento Ambiente sarà più coinvolto e responsabilizzato”. Sono tante le innovazioni, Pagana ne evidenzia due: “E’ prevista la video-conferenza registrata del procedimento, in passato è pure capitato che la Cts non capiva la natura del l’istanza che era stata presentata, questo faciliterà tutto – afferma l’assessore – Inoltre si insedierà un tavolo permanente in assessorato per il monitoraggio dei pareri ma senza entrare nel merito, composto da dirigenti, funzionari e rappresentati delle associazioni; saranno elaborate le Faq e le check-list che permetteranno di avere quelle informazioni necessarie a ridurre i tempi”.
Per i compensi il modello è quello della Via-Vas nazionale con qualche modifica perché la Sicilia non può sforare il tetto dei 2 milioni di euro di spesa all’anno; se prima della riforma ogni componente riceveva 2 mila euro fissi al mese, adesso il 40% è fisso mentre il restate 60% viene corrisposto in base alla performance, calibrata su specifici parametri legati alla tipologia di parere rilasciato. “Sono soddisfatta, è una scommessa ma abbiamo creato i presupposti per sbloccare e semplificare le procedure – conclude Pagana – Entro la fine di quest’anno prevediamo l’arrivo dei piani del Demanio marittimo, una bella sfida”.