“E adesso sfiduciateci tutti”. A lanciare la provocazione è Giusto Catania, assessore comunale alla Mobilità di Palermo. A meno di 24 ore dalla mozione di sfiducia votata quasi all’unanimità dal Consiglio comunale contro il componente della giunta, arriva la risposta di tutti gli assessori dell’esecutivo di Leoluca Orlando. Una conferenza stampa online infuocata, caratterizzata dall’assenza del Sindaco.
Dopo mesi di tensioni, si consuma l’ennesimo atto che divide Giunta e Consiglio comunale di Palermo. Il primo a intervenire è il vice sindaco Fabio Giambrone. ” E’ un momento delicato per la città. Assistiamo a una degenerazione del rapporto tra gli organi del Comune che stigmatizziamo non essendo più un rapporto di tipo istituzionale. In riferimento alla giornata di ieri e alla mozione di sfiducia, possiamo solo dire che si tratta siamo provvedimento fuori da qualsiasi logica. La Giunta non parteciperà più a nessuna seduta di Consiglio se, all’ordine del giorno, ci saranno provvedimenti del genere. Si tratta solo di una perdita di tempo per la città che attende proposte e provvedimenti di altro genere”. La mozione di sfiducia votata contro Catania quasi all’unanimità, dallo stesso viene definita “una mozione ridicola e inattuale, un dileggio alle istituzioni democratiche“.
Il secondo bersaglio, dopo i consiglieri comunali, è il Presidente del Consiglio, Totò Orlando anche lui al centro di polemiche e accuse. “Si opera – ha detto Giambrone – in un regime di assoluta anarchia. Non è possibile perdere ore a discutere su una mozione di sfiducia del 2019. E’ il momento del coraggio: il Consiglio presenti la sfiducia al sindaco Leoluca Orlando”.
In poco più di un’ora, la conferenza stampa si è trasformata in una sorta di “terapia di gruppo” per fare il punto sulla situazione politica della città di Palermo. In realtà, più che sottolineare la compattezza della giunta, l’effetto è stato quello di manifestare tutti i nervi scoperti dell’attuale Amministrazione comunale.
Ne è un segno evidente l’irritazione mostrata nei confronti della stampa, da parte di Maria Prestigiacomo. L’assessore alla Rigenerazione urbana, di recente indagata nell’ambito dell’inchiesta che ha portato al commissariamento del “servizio ambiente e depurazione” dell’Amap, ha parlato pubblicamente di “una stampa ostile nei confronti di tutta la Giunta”. Una dichiarazione che ha indignato i cronisti presenti e su cui lo stesso Giambrone ha cercato di mettere una toppa con visibile imbarazzo.
Prese di posizione da parte dell’amministrazione attiva che sono apparsi come maldestri tentativi di difesa. I toni sono sembrati fin da subito molto aggressivi, le argomentazioni poco convincenti: rimandate al mittente le accuse di inerzia mosse dal Consiglio che per gli assessori sarebbe il vero responsabile della paralisi dei provvedimenti come la mancata approvazione del Piano Regolatore. Per Catania, ci sarebbe addirittura qualcuno pronto a una class action contro il Consiglio per quantificare un eventuale danno erariale a città, dovuto all’immobilismo di questi mesi.
Marino, assessore al Bilancio: “Sono disponibile – ha detto – a scrivere la mia sfiducia insieme ai consiglieri e spero che arrivi già domani. Partiamo però dal fallimento Amia che ci condanna anche oggi e di certo non è attribuibile a periodi in cui era in carica il sindaco Leoluca Orlando. Sto ascoltando solo volgarità ho sentito, la democrazia è rispetto dell’avversario e della burocrazia”.
L’intento dei consiglieri sarebbe quello di votare singole mozioni di sfiducia agli assessori per poi arrivare a quella del primo cittadino. Uno stillicidio a cui non sembrerebbero volersi sottoporre i diretti interessati che hanno annunciato la propria assenza sia nelle Commissioni che in Seduta a Sala delle Lapidi.