È un’esortazione a deporre le armi, la prima dichiarazione pronunciata dal premier, Giuseppe Conte, arrivato a Palermo per la Conferenza sulla Libia: “Vogliamo che cessino gli scontri armati e la Libia sia avviata a un percorso di stabilizzazione”.
L’obiettivo del vertice, in cui sono attesi Capi di Stato e leader politici, è quello di dare un contributo concreto al percorso di stabilizzazione del Paese in pieno accordo con i principali attori politici libici. Le 38 delegazioni presenti sono riunite e sono in corso lavori preparatori sui temi di economia e sicurezza. Il clima che si respira tra misure di sicurezza e spiegamento di forze dell’ordine è quello di attesa e di incertezza sulla presenza o meno dei maggiori esponenti politici internazionali.
Fonti di Palazzo Chigi confermano la presenza di Donald Tusk, presidente del Consiglio Europeo, Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri, e Dmitrij Medvedev, Primo ministro della Russia.
Ancora in forse la partecipazione del generale Khalifa Belqasim Haftar, comandante dell’esercito nazionale libico, che non dovrebbe essere presente al vertice ma potrebbe presenziare ad alcune riunioni a margine.
Confermati, invece, i tre leader libici Faiez Al Serray, primo ministro del Governo riconosciuto dall’Onu, Aguila Saleh, presidente della Camera di Tobruck e Ahmed Maitig, vice premier del Governo riconosciuto dall’Onu.
Illustri assenti, il presidente Russo Vladimir Putin e quello Usa, Donald Trump.
Sono 450 i giornalisti accreditati. Il programma della giornata prevede alle 18,45 l’arrivo dei capi delegazione che saranno accolti dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Intanto, il capoluogo è diventato una città “blindata” che per il terzo giorno consecutivo si presenta agli occhi dei palermitani, con tutte le difficoltà del caso, legate agli spostamenti soprattutto nella zona dell’Arenella e dell’Acquasanta.
Nel pomeriggio si è svolta una “contromanifestazione” con il corteo promosso dai Centri sociali e dalle sigle di sinistra che si è mosso da piazza Marina fino al Teatro Massimo.
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